
Una sfilza di "non ricordo" ha caratterizzato la testimonianza di un ragazzo nell’ambito del processo in corso davanti al tribunale...
Una sfilza di "non ricordo" ha caratterizzato la testimonianza di un ragazzo nell’ambito del processo in corso davanti al tribunale di Ascoli per la rissa avvenuta il 13 febbraio 2018 ad Ascoli, in pieno Carnevale. Anche la precedente udienza era stata condizionata dalla contraddittorietà delle testimonianze. Imputate sono 12 persone, tra ascolani e santegidiesi, per la mega rissa che avvenne a Porta Cappuccina, nei pressi del bar Vecchio Borgo in via Berardo Tucci. Nel dibattimento tutti e 12 i soggetti sono contestualmente imputati e parte civile. Nel corso dell’ultima udienza è stato sentito un ragazzo presente all’antefatto, un’aggressione di alcuni ascolani ai santegidiesi. Il ragazzo ha detto di ricordare che la vittima fu picchiata, sbattuta a terra, presa a schiaffi in Piazza del Popolo, ma non ha saputo indicare chi fossero i responsabili del pestaggio. La successiva serata del Martedì di Carnevale, mentre diversi avventori erano presenti nel bar, all’improvviso si presentò un gruppo di persone che devastarono il locale e colpirono alcuni dei presenti, prima di darsi alla fuga. Ma non andarono lontano poiché una delle auto con la quale il commando si presentò a Porta Cappuccina venne danneggiata. Proprio dalla vettura abbandonata partirono le indagini che arrivarono a Sant’Egidio alla Vibrata. Anche gli imputati abruzzesi che a loro volta accusano gli ascolani, si sono costituiti parte civile. Nel collegio di difesa degli imputati di Ascoli figurano gli avvocati Occhiochiuso, Angelozzi, Gionni, Paoletti.
p. erc.