
Il sindaco comunanzese Sacconi ha mantenuto, per tutto il pomeriggio, un filo diretto con i sindacati
L’incontro di ieri al Ministero non era aperto alla partecipazione dei sindaci dei Comuni interessati, ma il primo cittadino comunanzese Domenico Sacconi ha mantenuto, per tutto il pomeriggio, un filo diretto con i sindacati per sapere come stavano andando le cose. "Non mi sembra ci siano state particolari sorprese – ammette Sacconi –, ma sono soddisfatto perché l’azienda ha confermato il cambiamento di strategia per quanto concerne la nostra fabbrica di Villa Pera. Non ci sarà alcuna chiusura e questa è la cosa più importante. Però ora bisogna passare alla ‘fase due’, ovvero occorre prevedere degli investimenti altrimenti tra pochi anni si tornerà di nuovo a rivivere una situazione simile. La trattativa è lunga e delicata, non possiamo pretendere che tutto venga definito in tempi rapidi. A mio avviso sarà cruciale il prossimo incontro, quello del 24 febbraio. Comunque – prosegue il sindaco di Comunanza –, bisogna capire cosa la Beko intende per ‘riduzione dei costi fissi’. Credo si parli di prepensionamento e di riduzione del personale. Questa non sarebbe una bella notizia, ma almeno il sito rimarrà. Era impensabile che si procedesse alla chiusura, perchè il nostro territorio si sta riprendendo dal post terremoto e andrebbe rilanciato. Non desertificato. Il Governo è dalla nostra parte e questo è un altro bel segnale".
Ad essere delusi, dopo il vertice di ieri, sono però i sindacati. "Il piano industriale di Beko ha poche novità rispetto a quello presentato il 20 novembre a Roma. Tuttavia il punto di partenza era così drammatico, che pur con alcune modifiche da verificare anche il nuovo piano si presenta insufficiente e suscita dubbi sulle prospettive industriali e sulla sostenibilità sociale – sottolineano in una nota congiunta di Fim, Fiom, Uilm, Uglm, che al momento non vedono possibilità di un’intesa –. Per quanto concerne la fabbrica di Cassinetta è stata ritirata la decisione di dismettere due linee di montaggio: gli esuberi si abbasserebbero a 350, a fronte degli originari 540. A Comunanza si sta valutando un piano alternativo alla chiusura, con un livello produttivo economicamente sostenibile che verificheremo nel merito e nella concretezza al prossimo appuntamento. A Melano e a Carinaro – la conclusione nella nota diramata dai sindacati – si conferma il numero originario rispettivamente di 68 e di 40 esuberi".
Matteo Porfiri