San Benedetto del Tronto, ragazza morta al luna park. L'amica: "La protezione si è aperta"

Aperto un fascicolo per omicidio colposo. Nel mirino della Procura i sistemi di sicurezza, struttura sotto sequestro

Francesca Galazzo

Francesca Galazzo

San Benedetto del Tronto (Ascoli), 16 luglio - Erano due i presìdi di sicurezza a protezione dei passeggeri che volevano provare l’emozione di sentirsi lanciati a 55 metri di altezza in pochi istanti. Due sistemi che non hanno però salvato la vita a Francesca Galazzomorta venerdì sera cadendo dallo Sling Shot, la «fionda», una delle attrazioni di punta del luna park di San Benedetto. La salvaguardia dei passeggeri doveva essere garantita da una cintura di sicurezza e dal roll bar, un’imbracatura imbottita appoggiata sulle spalle e agganciata ad una barra di metallo posta davanti in posizione orizzontale.

Quelle alle quali era agganciata Francesca, residente con la famiglia in zona Sentina a Porto d’Ascoli (il padre e il fratello, marittimi, lavorano con il loro peschereccio a Porto Santo Stefano, nell’Argentario), venerdì non hanno fatto il loro dovere. Perché? Questa la domanda alla quale dovrà dare una risposta l’inchiesta della Procura di Ascoli. Il sostituto procuratore Mara Flaiani ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Al momento l’indagine è a carico di ignoti, ma è presumibile che qualcuno finirà nel registro degli indagati.  Il magistrato affiderà prossimamente una consulenza tecnica sullo Sling Shot in sequestro; venerdì notte ha fatto un sopralluogo al luna park ed ha verificato che i sistemi di sicurezza non si sarebbero rotti, ma semplicemente sganciati.

C’è la possibilità che siano stati agganciati male dall’addetto alla giostra, ma testimoni affermano che erano stati «provati» dopo essere stati agganciati sia a Francesca, sia alla sua amica. Non risulta credibile la versione che la giovane mamma sambenedettese possa essere stata presa dal panico. L’ha smentita l’amica che era con lei ed ha riferito che il roll bar si è aperto, che Francesca ha tentato disperatamente di aggrapparsi (da terra è stata vista agitarsi), ma quando la capsula ha ruotato di 360 gradi ha perso la presa e nemmeno la cintura l’ha più tenuta: è scivolata quindi verso l’esterno, precipitando nel vuoto. 

Perché il roll bar si è aperto? È il quesito chiave dell’inchiesta, che punta ad accertare anche se lo Sling Shot era in possesso di tutti i certificati di revisione e collaudo, soprattutto relativamente agli elastici e alla capsula. Gli approfondimenti, uniti alla testimonianze raccolte, determineranno se e chi finirà nel registro degli indagati fra progettisti, costruttori, collaudatori, proprietari, gestori, addetti al funzionamento, persone preposte a rilasciare le autorizzazioni all’utilizzo dell’attrazione. Il medico legale Claudio Cacaci durante l’ispezione cadaverica ha verificato la presenza di diversi traumi, anche alla testa. A stabilire le cause del decesso sarà però l’autopsia che verrà affidata domani o martedì. 

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Secondo il racconto di un amico e testimone che per primo ha soccorso la ragazza morta: «Erano appena salite Francesca a Maria Sole e l’addetta al gioco ha fatto invertire le posizioni delle due ragazze per bilanciare il peso. Maria Sole per due volte aveva cercato di non fare quel gioco, ma alla fine ha deciso di accompagnare Francesca, perché noi non saremmo mai saliti. Troppo adrenalinico. Era da due settimane che ci voleva fare un giro ma siamo sempre riusciti a evitarlo adducendo varie scuse, ma ieri sera ci ha fatto vedere che gli elastici erano stati cambiati, così ci è salita con Maria Sole. La sfera, dopo il conto alla rovescia, è schizzata verso l’alto e poi, scendendo, ha iniziato a girare su se stessa. In quel momento ho visto che la gamba di Francesca era uscita dalla capsula e nel frattempo che la palla si rialzava lei era riuscita a rientrare sul seggiolino, ma c’è stato poco tempo per rimettersi in sicurezza. La palla ha iniziato a girare di nuovo e il roll bar si è un pochino aperto e Francesca è caduta come se fosse stata lanciata da una fionda messa al contrario. Ha battuto la schiena contro i primi tre gradini del gioco e poi la testa. L’ho subito soccorsa, l’ho messa in posizione di sicurezza, l’ho accarezzata, le ho detto di farsi forza di lottare che c’era il figlio ad aspettarla. Sembrava volesse combattere, ma poi anche la rianimazione non è servita a nulla. Troppi i traumi subiti. Il medico del 118 ha detto che era deceduta sul colpo».

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