Sanità, incontro tra sindaci: sì all’emergenza a San Benedetto

Resta però lo scoglio del ’campanilismo’ su diverse questioni. Nodo personale.

Sanità, incontro tra sindaci: sì all’emergenza a San Benedetto

Sanità, incontro tra sindaci: sì all’emergenza a San Benedetto

Buona la prima. Il primo degli incontri fra i sindaci sulla sanità, andato in scena ieri sera in sala giunta, ha prodotto non risultati concreti, ma un clima di generale condivisione dei contenuti sui quali si tornerà a discutere nel prossimo rendez vous, che avrà luogo lunedì 25 settembre. Funzioni ospedaliere, personale, medicina territoriale, conferenza dei sindaci: tantissimi gli argomenti trattati durante il confronto, al quale hanno partecipato Sergio Loggi per Monteprandone, Alessandro Rocchi per Grottammare, Daniel Matricardi per Montalto, Sante Infriccioli per Acquaviva, Massimo Narcisi per Monsampolo e Massimo Romani per Massignano. Si è parlato, innanzitutto, della necessità di rendere il futuro ospedale sambenedettese un nosocomio per l’emergenza, demandando gli interventi elettivi ad Ascoli. E qui già sorgerebbe un primo problema, dato che su alcuni reparti, come Cardiologia, potrebbero riesplodere nuovi campanilismi. Altra fondamentale esigenza messa sul piatto è l’implementazione di personale in numero adeguato alle esigenze del bacino d’utenza: oggi medici e infermieri, oltre che posti letto e servizi, risultano insufficienti per l’Ambito 21. La discussione è poi virata sulla possibilità di convocare una conferenza dei sindaci, ma l’ipotesi dovrebbe tramontare, visto che bisognerebbe prima rivisitare il regolamento relativo a questo strumento, in modo da prevedere il voto ponderato e il parere vincolante. Troppo tempo, quando il tempo manca. Tutti d’accordo invece sul discorso della medicina territoriale: questa deve essere la vera pietra angolare della sanità locale, e in tal senso si dovrà chiedere un’altra casa di comunità alla regione. Il problema è che ora, con il vincolo dei fondi Pnrr, una richiesta del genere verrebbe respinta da Palazzo Raffaello. In tal senso, però, si potrebbero utilizzare strutture presenti sul territorio, come a Ripatransone e Montefiore, per realizzare presidi sanitari di prossimità.

Un’idea che potrebbe scatenare le ire del centrosinistra, che da tempo chiede una rivisitazione del piano sociosanitario, includendo una seconda casa di comunità. In un recente documento, peraltro il Pd provinciale ha messo in chiaro che "la bozza di documento, redatta dalla maggioranza di San Benedetto, risulta fuori tempo massimo: tale iniziativa doveva essere avanzata prima dell’approvazione definitiva del piano sociosanitario e non oltre un mese dopo". Dopo l’incontro di lunedì e la formalizzazione di una proposta, i sindaci dovranno confrontarsi con la controparte ascolana, con l’Ast e infine con la regione.

Giuseppe Di Marco