Sanità, maggioranza in tilt sulla mozione di Bottiglieri

A dividere sono ancora le richieste da fare alla Regione: l’esponente Pd presenterà un documento per impegnare il Comune sull’ospedale

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Rimane ambigua la posizione di San Benedetto riguardo le questioni della sanità: soprattutto, a dividere sono ancora le richieste da fare alla regione per quel che riguarda l’edilizia ospedaliera e la medicina territoriale, che necessita di essere potenziata. Nel consiglio comunale di sabato 7 maggio Aurora Bottiglieri, appoggiata da una frangia della maggioranza e osteggiata dalla restante parte, presenterà una mozione che impegna il comune a concordare, con la regione Marche, una modifica al recente piano di edilizia sanitaria, per includere più strutture di comunità, anziché un ospedale di primo livello sulla costa, obiettivo che viene considerato alla stregua di una chimera. A tale impostazione aderisce anche Umberto Pasquali, ma non Giorgio De Vecchis: i due membri di San Benedetto Viva, come dimostrato in una recente commissione consiliare, sono in totale disaccordo sull’argomento. Contro Bottiglieri si schiera anche Libera, mentre Rivoluzione Civica si è espressa in favore di una convergenza fra le parti. La mozione quindi riapproderà in commissione il 5 maggio, e poi andrà al voto del consiglio due giorni dopo. A spalleggiare la corrente destrorsa è anche il comitato Salviamo il Madonna del Soccorso, secondo cui San Benedetto deve premere per ottenere un presidio di primo livello sulla costa. "Sgomberiamo il campo dalla fantasiosa costruzione proveniente da certa sinistra – scrivono Nicola Baiocchi e Rosaria Falco - alcuni politici di quell’area continuano a sostenere che un ospedale di primo livello su due presidi creerebbe due mini ospedali con 7 reparti ciascuno, dovendo un primo livello avere, secondo il decreto Balduzzi, complessivamente almeno 14 reparti. Ricordiamo che nell’ospedale unico di primo livello dell’Area Vasta 2, su tre presidi non ci sono, complessivamente, 14 reparti, bensì 61: 14 sono in tutti e tre gli ospedali, poi Jesi arriva a 24, Senigallia a 20 e Fabriano a 17". I membri del comitato poi ricordano che, in attesa di un nuovo presidio, Palazzo Raffaello dovrà ripristinare reparti e servizi progressivamente persi dal 2002 ad oggi. In questo caso si entra in un ambito che mette tutti d’accordo, e nel quale i sambenedettesi protestano unanimemente contro la carenza di personale al Pronto Soccorso e alla Medicina d’Urgenza, contro la mancanza di un primario di Pediatria e a Nefrologia, di una nuova Tac e una nuova risonanza magnetica a Radiologia e infine il recupero dei 49 posti letto persi nel 2015 e ridistribuiti, per errore, in altre aree vaste. L’accordo fra le parti viene meno quando ci si presenta di fronte al bivio fra ospedale nuovo e strutture intermedie: risposte più definite potrebbero essere date nel consiglio ad hoc del 12 maggio, in cui saranno presenti il presidente di regione Acquaroli e il suo assessore Saltamartini.

Giuseppe Di Marco