Sanità, raccolta firme a quota 1.200

Il centrosinistra contro il piano di edilizia sanitaria licenziato dalla Regione: sul caso crepe pure in maggioranza

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La petizione del comitato di centrosinistra sulla sanità raggiunge quota 1.200 firme: il gruppo, rappresentato in consiglio comunale dalla dottoressa Aurora Bottiglieri, annuncia battaglia al governo della regione Marche, invitato alla nuova riunione d’assise che avrà luogo il 12 maggio e che avrà come unico tema, appunto, il piano di edilizia sanitaria licenziato da Palazzo Raffaello. Un piano che il comitato non approva, e che è stato duramente avversato anche nell’ultimo consiglio, tenutosi sabato scorso, durante il quale Bottiglieri ha proposto la sua mozione: il documento infatti chiede alle Marche di prevedere finanziamenti certi per l’ospedale di primo livello sulla costa, di potenziare la medicina territoriale e di ripristinare reparti e servizi persi dal Madonna del Soccorso nel corso degli ultimi 20 anni. Questa mozione però non è stata discussa in consiglio, perché la maggioranza, ad eccezione di Umberto Pasquali (San Benedetto Viva) è uscita dall’aula, facendo mancare il numero legale al consiglio e decretandone, di fatto, la fine. Un epilogo che mette in evidenza tutte le contraddizioni della maggioranza: si ricorderà, infatti, che inizialmente anche il capogruppo di Rivoluzione Civica Simone De Vecchis aveva espresso il proprio endorsement ai contenuti espressi da Bottiglieri. Dello stesso avviso non è Giorgio De Vecchis, capogruppo di San Benedetto Viva, così come i membri di Libera, con in testa Gino Micozzi, già autore di un’altra mozione sull’ospedale di primo livello, a sua volta ritirata prima di approdare in consiglio. Insomma, in questo momento la squadra del sindaco Spazzafumo è chiamata a dire senza ambiguità da che parte sta: a destra, e quindi spalleggiata dal comitato Salviamo il Madonna del Soccorso, nonché a favore del piano sanitario della giunta Acquaroli, oppure a sinistra, dove Pd, Articolo Uno, Nos, Italia Viva ed ex socialisti continuano ad attaccare il governo regionale, considerato autore di promesse senza fondamento amministrativo e prive di qualsiasi interesse per il sistema sanitario di San Benedetto. E il centrosinistra non arretra di un centimetro: domani mattina, in comune, i rappresentanti di Pd, Articolo Uno e Nos, assieme a Pasquali e a Fabio Urbinati, ribadiranno la propria posizione in un’apposita conferenza stampa. È probabile, peraltro, che nel fine settimana il comitato messo in piedi torni in piazza, con un evento divulgativo al centro di San Benedetto. Ma anche adesso il clima è incandescente. Già il segretario comunale del Pd si è affrettato a definire l’accaduto del 7 maggio "una pagina buia per la politica sambenedettese", aggiungendo che la maggioranza "anziché fare politica assumendosi la responsabilità di votare legittimamente contro, ha messo in campo il deprimente giochetto del numero legale come se fosse minoranza, forse sentendosi già tale". Dura anche la sfuriata di Felice Gregori: il segretario provinciale di Articolo Uno non ha alcuna remora a parlare di "cretinismo", e della mancanza di sufficiente coraggio per "discutere le mozioni presentate dall’opposizione, nemmeno emendandole o facendole diventare bipartisan". Ma la rimostranza più forte arriva dai banchi della stessa maggioranza, e nella fattispecie da Pasquali, che ha deciso di non abbandonare l’aula consiliare, e che dopo questo gesto ha espresso preoccupazione per il fatto che il sindaco Spazzafumo possa avere Giorgio De Vecchis come consigliere politico.

Giuseppe Di Marco