Ascoli, scompenso cardiaco. Primo impianto al Mazzoni

Ultima frontiera nel trattamento della patologia con il nuovo dispositivo. Al lavoro i medici Marchese, Gennaro e Mazzotta dell’equipe guidata da Grossi

Milani con l’equipe del reparto di cardiologia dell’ospedale Mazzoni

Milani con l’equipe del reparto di cardiologia dell’ospedale Mazzoni

Ascoli Piceno, 18 gennaio 2020 - Primo impianto del dispositivo ‘Optimizer Smart’, nuova frontiera nel trattamento dello scompenso cardiaco sistolico in grado di erogare la terapia Cardiac Contractility Modulation, all’unità operativa complessa di cardiologia dell’ospedale ‘Mazzoni’. La procedura, attuata per la seconda volta nelle Marche, è stata eseguita dai cardiologi Procolo Marchese, Francesca Gennaro, e Giovanni Mazzotta dell’equipe guidata da Pierfrancesco Grossi, su una paziente di 70 anni che soffriva di una forma avanzata di scompenso cardiaco. Circa il 15% dei ricoveri che avvengono negli ospedali marchigiani sono dovuti a casi di scompenso cardiaco. Un disturbo frequente che aumenta con l’età.

Dopo i 65 anni arriva al 10% circa e rappresenta la prima causa di ricovero. L’insufficienza cardiaca è una condizione clinica che ogni anno colpisce circa 10 milioni di persone nel mondo. Il termine è utilizzato per descrivere i segni e i sintomi associati all’incapacità del muscolo cardiaco di pompare abbastanza sangue per soddisfare le esigenze dell’organismo. I sintomi possono manifestarsi con stanchezza, scarsa tolleranza all’esercizio fisico, difficoltà respiratoria, accumulo di fluidi nei polmoni, il cui primo segno generalmente è il rigonfiamento (edema) di gambe e/o braccia. Sono disponibili diversi farmaci per il trattamento dell’insufficienza cardiaca, ma alcuni pazienti non traggono vantaggi adeguati esclusivamente da questo approccio.

«Ci sono pazienti – spiega Marchese – refrattari alle medicine e alla terapia di resincronizzazione cardiaca. E questa procedura è quanto di più avanzato c’è in termini di scompenso cardiaco. Si applicano due cateteri all’interno del cuore per via percutanea collegati a un generatore. Quest’ultimo emette un impulso che genera un campo elettromagnetico che produce nelle cellule cardiache il rimodellamento inverso, determinando il miglioramento della funzione cardiaca. Si tratta – continua - di una tecnica di impianto simile a quella utilizzata per impiantare il defibrillatore. Il dispositivo è ricaricabile dall’esterno dal paziente e dura 17 anni. La donna era seguita da noi dal 2017 ed aveva già effettuato cinque ricoveri per insufficienza cardiaca". ‘Sono pazienti – continua Mazzotta – che non hanno più opzioni terapeutiche. L’ultimo stadio è il trapianto che però oltre i 65 anni non si può fare". Soddisfatto il direttore dell’Area vasta 5, Cesare Milani, che ribadisce come la cardiologia di Ascoli rappresenti un fiore all’occhiello .