Scuola media Isc Sud - Cappella

La scienza e l’esperienza di Liliana Segre ci insegnino a promuovere la piena partecipazione in rosa

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L’11 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle donne nella scienza, istituita 7 anni fa dall’ONU. Obiettivo 1: rompere i pregiudizi e gli ostacoli che ancora esistono nel mondo della ricerca, dove gli uomini sono ancora in netta maggioranza; obiettivo 2: sensibilizzare gli Stati membri, le università e la società a promuovere la piena ed equa partecipazione delle donne nelle scienze. La storia delle donne nella cultura e nella vita civile è stata una storia di emarginazione. Negli ultimi 15 anni la comunità globale ha fatto un grande sforzo per ispirare e coinvolgere le donne nelle scienze, perché scienza e uguaglianza di genere sono un binomio irrinunciabile per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo, concordati a livello internazionale. Bisogna valorizzare l’ingegno delle donne e non avere pregiudizi. Nella scienza non esistono maschi o femmine, la scienza è per tutti. Sono molte le donne che hanno contribuito in modo significativo al progresso dell’umanità. Ecco dunque solo alcuni esempi di donne e scienziate che hanno fatto davvero la storia. Samantha Cristoforetti: fin da piccola lo spazio l’ha affascinata, forse influenzata dalle tante letture di fantascienza, prima donna italiana a viaggiare nello spazio, è diventata astronauta a soli 33 anni. Sicuramente le sue scelte hanno richiesto studio, coraggio, sacrificio e determinazione. Non è scontato frequentare l’accademia aeronautica e ricevere la Spada d’Onore come migliore allieva; né scegliere un "mestiere" prevalentemente maschile e riuscire in 5 anni a diventare la prima astronauta italiana a partecipare ad un volo spaziale e realizzarsi professionalmente, in un campo così impegnativo e selettivo. Probabilmente avrà subito discriminazioni e pregiudizi, in quanto donna, in un ambiente prevalentemente maschile; il suo valore e la sua determinazione però hanno avuto la meglio su prevaricazione e competizione. Liliana Segre: nata a Milano nel 1930, ha vissuto la terribile esperienza dell’olocausto, nel campo di concentramento di Auschwitz; numero di matricola 75190, fu impiegata nella fabbrica di munizioni Union ed è una dei 25 bambini sopravvissuti di età inferiore ai 14 anni.

È stata nominata senatrice a vita nel 2018, per avere altissimi meriti nel campo sociale. Anche Rita Levi Montalcini ha subito le persecuzioni razziali, tanto che fu costretta ad emigrare in Belgio. A 30 anni ha sfidato le leggi razziali, allestendo un laboratorio nella sua camera da letto, pur di continuare gli esperimenti, che hanno poi aiutato a capire il nostro sistema nervoso. Ha sempre sostenuto di sentirsi una donna libera, cresciuta in un mondo dove prevale la figura maschile. Ha partecipato all’attività del movimento di liberazione femminile e nel 1986 ha ricevuto il premio Nobel per la medicina, per la scoperta del fattore di accrescimento della fibra nervosa. Era solita dire: "Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai dovuto dimostrare nulla se non la loro intelligenza" e l’esempio di queste donne straordinarie ha davvero cambiato il mondo.