Se ne va il regista Maselli

Nel 1961 firmò ’I delfini’, ritratto feroce della borghesia girato sotto le Cento torri

Se ne va il regista Maselli

Se ne va il regista Maselli

C’era anche il regista Citto Maselli il 13 dicembre 2019 ad Ascoli per la proiezione della pellicola digitalizzata del film "I Delfini" che girò nella città delle cento torri nel 1961. Maselli se n’è andato ieri all’età di 92 anni. Nato a Roma il 9 dicembre 1930, documentarista e assistente di Antonioni e Visconti, esordì nella regia con Gli sbandati (1956). Tra i suoi film, che indagano la realtà contemporanea, I delfini (1961), Gli indifferenti (1967), Il sospetto (1975), Una storia d’amore (1986), Codice privato (1988), L’alba (1991), Cronache del terzo millennio (1996), Frammenti di Novecento (2005), Ombre rosse (2009), Scossa (diretto con Gregoretti, Lizzani e Russo, 2011). Maselli nel 2019 venne ad Ascoli per iniziativa del Caffé Meletti che ha fatto da sfondo a parecchie scene del film interpretato, tra gli altri, da una giovane Claudia Cardinale, Antonella Lualdi, Tomas Milian. Un film che Maselli ha raccontato di aver ambientato del tutto casualmente ad Ascoli, avendo scoperto la città solo perché, bloccato in zona da una bufera di neve, ha dovuto alloggiare in un hotel del centro. Maselli, particolarmente commosso, ringraziò per l’invito. "Sono tornato ad Ascoli e mi sono commosso molto nel rivedere piazza del Popolo, il Caffè Meletti. Avevo 30 anni quando sono stato qui per girare I Delfini ed è stata un’esperienza bellissima ed emozionante per la mia vita" disse davanti alla platea del Cineteatro Piceno. Per l’occasione al regista Maselli venne conferito il Premio "Caffè Meletti Prestige", riconoscimento ideato dalla Caffè Meletti per premiare chi ha portato stima e autorevolezza al territorio. Era presente anche il regista ascolano Giuseppe Piccioni che ad Ascoli ha ambientato Il grande Black. "Maselli – disse Piccioni – con questo film ha legittimato l’idea di Ascoli città cinematografica. L’ha usata senza esplorare ambiti sociologici, gergali. Ne ha fatto l’emblema di città di provincia, piccolo borghese, che trova nel Caffè Meletti le contraddizioni più evidenti".

Peppe Ercoli