Ascoli, vino qualsiasi spacciato per Verdicchio doc. Maxi sequestro

Ritirati dagli scaffali di supermercati e negozi 150mila litri con etichettatura dubbia. C’è una denuncia

I migliori Albana premiati a Faenza: ecco chi ha vinto

I migliori Albana premiati a Faenza: ecco chi ha vinto

Ascoli, 3 giugno 2018 - Falso Verdicchio dei Castelli di Jesi, tra i vini doc delle Marche più antichi, sequestrato nella piattaforma di una nota catena della grande distribuzione di Monteprandone e Perugia. L’ispettorato centrale della tutela per la qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari di Emilia Romagna e Marche, area di Ancona, ha ritirato dai punti vendita 150mila litri di vino imbottigliato in dame da 5 litri, il cui prodotto era etichettato come Verdicchio doc e invece era vino bianco generico. L’operazione denominata ‘Carte di Verdicchio’, a tutela dei consumatori, ha permesso di scoprire il rilevante fenomeno di frode commesso da una nota cantina vinicola di Cossignano.

L’indagine, che è ancora in corso, è iniziata tempo fa in alcuni punti vendita del territorio nell’intento di riscontrare la rintracciabilità di alcuni lotti di confezionamento del Verdicchio dei Castelli di Jesi. Operazione che nelle Marche avviene attraverso il numero di lotto di imbottigliamento, anziché la fascetta rilasciata dall’Istituto Poligrafico dello Stato come per altri vini doc. Il lotto, però, dev’essere obbligatoriamente comunicato dall’operatore all’organismo di controllo Valoritalia srl di Jesi, che verifica la rintracciabilità del prodotto fin dalla sua origine, trattandosi di vino a denominazione di origine controllata, certificato con una analisi chimico-fisica ed organolettica, prima di essere immesso in commercio.

Durante i controlli, gli ispettori dell’antifrode, hanno invece riscontrato che i lotti messi in commercio non erano stati mai comunicati a Valoritalia. Sono subito sorti dubbi, poi divenuti quasi certezza quando hanno scoperto che la cantina non aveva neppure attivato il registro di carico e scarico, obbligatorio dal primo gennaio del 2017. Dalla verifica in cantina, è emerso anche che sulla copia dei documenti di vendita, esibiti agli ispettori, era indicato che si trattava di vino bianco generico mentre sulla copia dei documenti che avevano scortato il vino fino ai punti vendita della catena di grande distribuzione, era riportata la frase di ‘Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc’.

I sequestri eseguiti nelle piattaforme della stessa catena della grande distribuzione di Perugia e di Monteprandone, sono stati convalidati dalla Procura della Repubblica di Perugia e di Ascoli Piceno, che si stanno occupando delle indagini. Il responsabile della cantina è stato denunciato con l’accusa di frode in commercio con l’aggravante della falsificazione di vino tutelato con il marchio doc. Una beffa per i veri produttori di Verdicchio di cui quest’anno ricorre il 50° anno del riconoscimento della denominazione di origine controllata.