Servire la comunità per la pace

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Emanuela

Astolfi

Don Sandro Salvucci, parroco di Montegranaro e da ieri nuovo vescovo di Pesaro, ha detto di sentire sulle sue spalle tutto il peso della responsabilità di questo incarico. E di dormire tre ore per notte da giorni. Lo ha scelto Papa Francesco. Emozionato e sorridente don Sandro parla di Montegranaro come "di una palestra formidabile" e ricorda padre Pino Puglisi, un prete martire. "È stato ucciso dalla mafia a Palermo dieci giorni prima che io fossi ordinato prete. Mi è rimasto impresso l’esempio di questo prete", spiega.

E già questo basta a tracciare il solco di quella che sarà la sua esperienza da vescovo: un agire e un servire l’umanità, le nuove generazioni, spendersi per loro, per la giustizia e per la pace, ma nel nome del Vangelo.

Principi che hanno da sempre animato l’agire di un parroco amato e stimato come lui. Ma la scelta caduta su don Sandro non è solo questo. È orgoglio per tutta la diocesi, un segno di stima e di attenzione verso il Fermano ribadito anche dalle parole dell’arcivescovo Rocco Pennacchio. Che invita ad avere uno sguardo positivo e ottimista sul futuro: "Non si perde quando si dona".

A Fano, c’è già Trasarti, due fermani vescovi nella stessa provincia. Due uomini di fede, ma soprattutto due figli del fare. Sono la prova che non ci sono limiti quando si hanno valori e soprattutto il supporto di chi li circonda.

Quel supporto fatto di preghiere, che ora l’arcivescovo Salvucci dedicherà alla sua nuova comunità, senza mai dimenticare però quella comunità da cui arriva che è in difficoltà, visto che l’economia della capitale della calzatura è a rischio. Ma che, come lui, non demorde, va avanti a testa a alta e continua a cercare quella luce in fondo al tunnel. Che c’è, ma sembra sepre più lontana del previsto e flebile. Oggi inizia il Micam. In uno scenario di profonde incertezze per il conflitto in Ucraina, ma non solo. Sarà un valido banco di prova.