Siccità, il prefetto ai sindaci: no agli sprechi

Appello agli amministratori del territorio. Il Piceno oltre al cambiamento climatico deve fare anche i conti coi danni del sisma

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A livello nazionale la crisi idrica è stata "scoperta" solamente negli ultimi mesi, nella sua gravità, e nel suo effetto diretto dei cambiamenti climatici che bloccano le precipitazioni e innalzano paurosamente le temperature anche in Italia. Ma il territorio delle province di Ascoli e Fermo non deve fare i conti solamente con la crisi globale del clima: siamo è in allerta rosso dal 2016, ovvero dal terribile anno del terremoto, che oltre a seminare morte e distruzione nei paesi ha provocato anche danni molto importanti alle risorse idriche del Piceno. Da allora infatti, e parliamo di ormai sei anni fa, è andato perso oltre il 60 per cento della portata dell’acqua dell’acquedotto del Pescara, proprio a causa del terremoto. Negli uffici della Ciip si monitora la situazione per cercare di capire quanto reggeranno ancora le sorgenti in base all’acqua che hanno, atteso che al momento ce n’è. La scorsa estate la situazione precipitò ai primi di agosto quando fu necessario cominciare a fare chiusure notturne.

Quest’anno c’è il rischio che ciò possa accadere prima, ma si spera nella pioggia; va tenuto conto, infatti, che due giorni di pioggia fanno guadagnare 10 giorni di acqua dalla sorgente. Gli impianti di soccorso attualmente vengono utilizzati al minimo, giusto per tenerli pronti in caso di necessità. Il protocollo in caso di crisi idrica prevede degli step, con l’accensione del pozzo di Capodacqua e quindi le chiusure notturne nelle zone non raggiungibili con i serbatoi di soccorso; chiusure che per motivi di accoglienza turistica non riguarderanno le zone costiere. Intanto il prefetto Carlo De Rogatis ha chiesto alla Ciip di informarlo costantemente sull’andamento della crisi idrica, ma ha anche attivato i sindaci del territorio affinché, a loro volta, sensibilizzino la popolazione a non sprecare l’acqua e a farne, viceversa, un uso corretto. Anche in provincia di Ascoli si rilevano condizioni di criticità in relazione all’approvvigionamento della risorsa idrica, dovute all’andamento climatico stagionale e alla riduzione delle portate di sorgente del Pescara a causa del sisma del 2016 che ha fatto perdere il 60% della portata. Tanto che il gestore Ciip si appresta a utilizzare l’acqua del lago artificiale di Gerosa e quella del fiume Tenna; in fase di completamento la progettazione per la captazione di queste acque che verranno potabilizzate e immesse nella rete idrica che, fra Ascoli e Fermo, consta di 6.000 chilometri di tubature. Preoccupa in particolare l’aumento della richiesta estiva di acqua, anche per l’aumento della popolazione, grazie all’arrivo di migliaia di turisti, in particolare lungo la costa Adriatica. De Rogatis ha invitato i sindaci ad emanare "precise disposizioni per scongiurare utilizzi impropri dell’acqua, limitandoli alle sole esigenze igienico-potabili".

Peppe Ercoli