Ascoli, soccorrono una donna. Aggrediti dalla figlia

I medici erano intervenuti in un appartamento di Centobuchi e hanno dovuto chiamare i carabinieri

Soccorritori aggrediti a Centobuchi (Foto d'archivio)

Soccorritori aggrediti a Centobuchi (Foto d'archivio)

Monteprandone (Ascoli Piceno), 15 gennaio 2020 - L’equipaggio di Cento Soccorso onlus, inviato dalla centrale operativa del 118 di Ascoli in un’abitazione di Centobuchi per soccorrere una donna rimasta contusa a seguito di una caduta, è stato aggredito dalla figlia della paziente. E’ accaduto domenica mattina alle 5,10, ora in cui è arrivata la richiesta di soccorso.

I volontari di Cento Soccorso, due ragazze, accompagnate dall’autista dell’ambulanza, sono entrate nell’abitazione dove si trovava la donna ferita, ma sono state accolte in malo modo dalla figlia, una quarantenne, che senza un motivo plausibile ha sferrato un pugno al petto e poi uno ceffone al volto della prima ragazza entrata in casa, una diciottenne di Ascoli, operatrice dell’associazione di volontariato. L’autista, che nel frattempo stava prendendo nell’ambulanza il borsone con i presidi sanitari, è salito in casa ed ha preso le difese delle sue collaboratrici, tenendo a distanza la giovane donna in stato di alterazione. A quel punto i tre sanitari si sono ritirati nell’ambulanza ed hanno chiesto l’intervento dei carabinieri che, in quel momento erano impegnati a San Benedetto, nell’arresto di un albanese che stava seminando distruzione di veicoli in via Palestro.

Sta di fatto che l’equipaggio di Cento Soccorso è riuscito ad entrare in casa della paziente, che per un’ora era rimasta sul pavimento con il femore rotto, grazie all’arrivo di due guardie giurate che hanno garantito la sicurezza dell’equipaggio che stava operando su disposizione del 118 di Ascoli. La donna è stata trasportata al Pronto Soccorso di San Benedetto, dove i sanitari l’hanno sottoposta ad accertamenti diagnostici per valutare l’entità dei danni subiti. E’ in continua escalation il fenomeno della violenza nei confronti degli operatori sanitari. Dopo i casi di aggressioni al Pronto Soccorso di San Benedetto, dove sono state montate anche le telecamere, i maltrattamenti stanno riguardando il personale delle guardie mediche ed i soccorritori del 118, costretti spesso a recarsi in abitazioni dove, talvolta, non si sa cosa potrebbe attenderli. 

ma. ie.