"Sono stati anni difficili Adesso spero in un aiuto"

Nel progetto di Enel-Legambiente c’è anche Angela Catalucci di Acquasanta: "Rimasta vedova e con tre figli ho fatto il possibile. Allevo ovini"

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Angela Catalucci, 52 anni, dal febbraio del 2017 è rimasta sola con tre figli: Alessio di 29 anni, che opera fuori come manutentore di centraline Tim, Valeria 25 anni, che sta per laurearsi in Lettere all’Università di Macerata e Andrea che non ha ancora 9 anni. Vive nella frazione Cagnano, a 4,5 chilometri da Paggese e circa 8 da Acquasanta ed è rimasta vedova a seguito della morte del marito Enrico, proprio nel momento più difficile della loro vita, quando il terremoto aveva da poco squassato la casa e la stalla. "Per stare vicina a mio marito negli ultimi giorni della sua vita, c’è stato mio padre che ha pensato ad accudire le stalle. Mi sono trovata improvvisamente sola ed è iniziata una serie impressionante di rinunce per me e la mia famiglia. La Regione Marche mi ha dato un modulo abitativo che non è il massimo per viverci in 5, compresa mia suocera che ha 91 anni. D’estate, con il caldo, va peggio che d’inverno. La casa è stata lesionata dalle violente scosse, il progetto per rifarla nuova va avanti, ma molto lentamente. Anche gli animali stanno in una stalla provvisoria".

Ogni giorno è costretta a combattere con tanti problemi...

"Vivere qui, fuori dal mondo, con le bestie da accudire, direi, non è facile. Quest’anno il Covid ha peggiorato la situazione, ho dovuto svendere gli agnelli, quasi regalati perché la gente non poteva uscire di casa. Ho tante cose da pagare per l’azienda e non è semplice mandarla avanti e vivere degnamente. Mia figlia si è aiutata da sola agli studi, svolgendo servizi sociali in una Rsa. Studia e lavora, sta preparando la tesi e a fine ottobre si laurea. E’ stata sempre brava, ma le spese sono tante e un aiuto l’ho dovuto dare".

Il momento più difficile per mandare avanti l’azienda qual è stato?

"E’ stato difficile ripartire. Un conto con 4 braccia, altra cosa è farlo con due. Ho dovuto fare tanti sacrifici. Il lavoro è difficile e pesante, gli animali non conoscono feste, devono mangiare e bisogna stargli dietro sempre. E’ dura anche adesso, però cerco di trovare il modo di andare avanti lasciando da parte le cose che non riesco a fare. Mio figlio quando torna a casa una mano me la dà, ma ci vorrebbe un aiuto tutti i giorni. I ragazzi devono fare la loro vita. Andrea ha perso il padre quando aveva 4 anni e mezzo, vorrebbe darmi una mano, ma è troppo piccolo per farlo. Ha dovuto rinunciare a tante cose e alla sua età, purtroppo, non è giusto".

Qual è l’attività primaria dell’azienda in questo momento?

"Allevo ovini e fino a poco tempo fa avevo anche dei bovini, ma poi li ho venduti perché da sola non ce la potevo fare. Ho 120 pecore, le faccio partorire nel periodo di Pasqua. Durante l’inverno produco latte per fare circa 8 forme di formaggio ogni giorno, ma adesso, con la siccità, la produzione è calata. L’economia della mia piccola azienda si regge sulla carne degli agnelli, sul latte e sulla produzione di formaggio, che vendo direttamente ai privati".

Il guadagno è sufficiente per mandare avanti la famiglia?

"No. Dobbiamo badare all’indispensabile".

A cosa dovete rinunciare?

"Viviamo col minimo indispensabile, ci dobbiamo adattare. Vacanza scordata, abiti, scarpe ed acquisti alimentari, fuori da ciò che produciamo, solo quando non ne possiamo fare a meno. Le spese sono tante per l’azienda. Per andare meglio ci vorrebbero almeno 200 capi di bestiame e produrre latte tutto l’anno, ma servirebbero minimo tre persone".

Quale progetto vorrebbe realizzare col l’aiuto di Enel e Legambiente?

"Sistemare l’azienda, impiegare mangimi biologici, proteggere gli animali con recinti anti lupo, poiché ogni anno perdo fino a 15 capi di bestiame, dilaniati dai lupi che ci assediano, poi ci sono i cinghiali e i cervi che ci fanno tanti danni".

Marcello Iezzi