"Sono un musicologo, poi ho la mia vita in poesia"

Classe 1990, nell’anima la poesia e la terra fermana. È un poeta ormai riconosciuto a livello nazionale Emanuele Franceschetti (nella foto di Carolina Campanelli), una storia artistica vissuta in musica, partendo da Montegranaro per arrivare a Roma e al cuore di chi ama la poesia. I suoi lavori sono in importanti antologie e il suo ultimo libro di inediti, Testimoni è stato incluso nel XV Quaderno italiano di Poesia Contemporanea, curato da Franco Buffoni, una pubblicazione biennale, oramai autorevole e ‘storicizzata’, che seleziona sette voci poetiche rilevanti del panorama poetico italiano. Lo stesso libro, ampliato, con postfazione di Massimo Gezzi, è stato pubblicato da pochissimo per l’editore torinese Aragno. "Di partenza sono musicista, racconta Emanuele, ho studiato, per molti anni, jazz e improvvisazione (da chitarrista). Per anni ho praticato musica in prima persona, realizzando anche in prima persona musiche per laboratori e spettacoli poetico-musicali. Io sono, di mestiere, musicologo, poi ho la mia vita in poesia". Un dottorato alla Sapienza di Roma, tante pubblicazioni e convegni sulla drammaturgia musicale del Novecento Italiano, il teatro, la musica vocale, la storia culturale e la critica musicale, oggi Emanuele è anche insegnante al Conservatorio Luca Marenzio di Brescia: "Collaboro con la rivista di critica e divulgazione musicale "Quinte Parallele", tra la più letta e seguita in Italia. In ambito letterario, ho pubblicato la raccolta poetica Terre aperte nel 2015, per Italic Pequod, con prefazione di Filippo Davoli. Sono stato incluso in diverse antologie poetiche, mi piace menzionare l’autorevole volume curato da Guido Garufi sulla Poesia marchigiana del Secondo Novecento [La poesia delle Marche. Il Novecento e Oltre, Affinità Elettive, 2021]; e Lo spazio e l’onda. Per una teoria di giovani poeti marchigiani, Seri Editore, 2021)".