"Sos tagli, perderemo altri 180 lavoratori"

Area Vasta 5, allarme di Rsu e sindacati: senza il riequilibrio dei fondi entro la fine dell’anno avremo un milione e 800mila euro in meno

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di Lorenza Cappelli

Acque agitate nell’Area Vasta 5 sul fronte sindacale che, a differenza di altre circostanze, si è mostrato compatto nella volontà di portare avanti iniziative di plateale protesta. Due gli appuntamenti che la Rsu, congiuntamente alle sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil, Nursind, Nursing Up, Fials, Usb e Ugl, ha organizzato per far sentire forte la propria voce: il primo domani (ore 12, in piazza del Popolo ad Ascoli), in occasione della conferenza dei sindaci del Piceno; il secondo il 12 luglio, nel piazzale antistante l’aula del Consiglio regionale, ad Ancona. "Vogliamo denunciare – dice il coordinatore dell’Rsu dell’Area Vasta 5, Paolo Grassi – la gravissima situazione della sanità del nostro territorio. L’insufficienza delle risorse finanziare sta creando un danno non soltanto al personale sanitario, ma soprattutto ai cittadini, che vogliamo sensibilizzare, facendo capire loro che di questo passo, senza un riequilibrio dei fondi, ci troveremo nei prossimi mesi ad avere uno scenario drammatico. Una cronica carenza di risorse finanziarie, dovuta al mancato riequilibrio dei fondi contrattuali, nonostante ci sia la legge regionale del 2017 che ne impone la perequazione rispetto a tutte le altre Aree Vaste. Alla fine del 2022 ci ritroveremo con un ulteriore taglio di un milione e 800 mila euro, che porterà alla perdita di 180 lavoratori tra personale sanitario, tecnici e amministrativi. A distanza di cinque anni dalla legge, la Regione dovrebbe attuarla subito, anche perché con l’ingresso delle aziende sanitarie territoriali il processo di perequazione non potrà più esserci. Se non ci sarà un cambio di marcia andremo a perdere servizi, a chiudere reparti, con danni per tutto il territorio".

Le sigle sindacali denunciano "il più alto numero di lavoratori precari in Area Vasta 5 di tutta la regione, la mancata copertura del turn over perpetrata per anni, una scarsissima dotazione organica anche in relazione ai nuovi sette servizi aperti, il mancato riconoscimento dei tempi di vestizione, la mancata attribuzione delle funzioni nonostante i numerosi posti vacanti e una riorganizzazione dei servizi priva di lavoratori". "Quello che chiediamo – continua Giorgio Cipollini della Cisl – è l’applicazione di una legge regionale che prevede l’obbligo del riequilibrio dei finanziamenti e dei fondi all’interno dell’Asur. Cosa che non è stata fatta per cinque anni e mezzo. Se entro il corrente esercizio non dovesse essere applicata, dal 2023 le conseguenze saranno, o la chiusura di uno dei due ospedali, o il ridimensionamento di entrambi. Il personale dell’Area Vasta 5 percepisce mediamente 2 milioni di euro in meno rispetto alla media degli altri colleghi".

"C’è una carenza cronica di personale – conclude Mauro Giuliani dell’Usb –, sia nei pronto soccorso, sia nei reparti. Le proroghe dei precari dell’Area Vasta 5 ci saranno, non fino al 31 dicembre, ma fino al 16 settembre, quando ancora non sono finite le ferie estive e quando ci ritroveremo con 180 lavoratori in meno, di cui 100 Oss e 80 infermieri, con tutte le ricadute prevedibili".