Sparatoria Porto d'Ascoli, la vittima: "Diceva ti ammazzo, poi ha sparato tre volte"

Agguato nel concessionario, il racconto di Alessandro Bolla: "Salvato dalla scrivania". Il legale: "Perazzoli gli deve 100mila euro"

Alessandro Bolla nel suo concessionario

Alessandro Bolla nel suo concessionario

Ascoli Piceno, 24 novembre 2022 - "La controversia che ha portato Valentino Perazzoli a sparare contro Alessandro Bolla è di natura economica, ma è bene precisare che è Perazzoli a dovere 100.000 euro a Bolla, non viceversa". A parlare è l’avvocato Massimo De Luca legale di Alessandro Bolla l’ascolano contro il quale nel primo pomeriggio di martedì Perazzoli ha sparato tre colpi di pistola che non hanno raggiunto il commerciante d’auto, ’protetto’ dalla sponda della scrivania alla quale era seduto. Il proprietario dell’autosalone in via Pasubio a San Benedetto è rimasto leggermente contuso da un frammento che lo ha raggiunto a un piede, non è chiaro se si tratta di un pezzetto del bossolo del proiettile o del pavimento. "E’ entrato nel salone e mi ha detto ’ti ammazzo’, ha puntato la pistola nella mia direzione e ha sparato il primo colpo contro la scrivania, poi un altro, ancora alla scrivania; il terzo colpo lo ha sparato a terra, ma un frammento mi ha raggiunto. Niente di grave solo un piccolo ematoma" racconta Alessandro Bolla, ancora molto provato per la terribile esperienza. "La paura è stata tanta, mi diceva ’ti ammazzo’ e sparava. Anche al mio collaboratore, al quale ho chiesto di chiamare la polizia, ha detto ’ammazzo pure te’".

Alessandro Bolla nel suo concessionario
Alessandro Bolla nel suo concessionario

Stamani Perazzoli verrà sottoposto all’udienza di convalida dell’arresto che avrà luogo in carcere dove si recherà il gip. Il 49enne sambenedettese è accusato di porto abusivo di arma clandestina (aveva la matricola abrasa) e minacce aggravate. Subito dopo il fatto si è presentato spontaneamente nel commissariato di San Benedetto dove è stato dichiarato in arresto. La Procura ieri ha posto sotto sequestro l’autosalone dove sono stati effettuati rilievi balistici il cui esito potrebbe anche portare alla modifica del capo di imputazione.

"Mi chiedo infatti come si fa a non contestare il tentato omicidio" commenta l’avvocato De Luca. All’origine del grave fatto di cronaca ci sarebbe dunque una questione di soldi. "Tutto ruota su un appartamento per il quale Perazzoli, che aveva l’incarico di vendita affidatogli dalla proprietaria, ha incassato da Bolla 100.000 euro facendo addirittura il preliminare. Soldi che ha voluto fossero versati sul suo conto personale per accelerare i tempi. C’era anche un appuntamento fissato dal notaio, ma Bolla di questo immobile non è mai entrato in possesso e non ha riavuto i soldi versati a Perazzoli" racconta l’avvocato De Luca. Bolla e il legale hanno fatto i loro passi rivolgendosi alla Procura. "Siccome la magistratura non ha sequestrato il bene, ho provveduto io, per conto di Bolla, a presentare un ricorso per ottenere un sequestro conservativo del capannone in questione, propedeutico all’azione civile. Ci siamo agganciati ad un decreto ingiuntivo a carico di Perazzoli per altra vicenda".