Spreco di acqua, in centro tubi di cent’anni fa

Cittadinanzattiva sul consumo idrico, ad Ascoli va perso il 24,8%. Celani di Ciip: "Tanto lavoro da fare per trovare le perdite"

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La lotta alla dispersione dell’acqua potabile è costante, ma al ritmo attuale di sostituzione delle tubature danneggiate che nel territorio gestito dalla Ciip è di 7 chilometri l’anno rispetto a complessivi 6mila, occorrerebbero 224 anni per rimodernare tutta la rete. Un percorso sostanzialmente impossibile e allora la sfida della Ciip è quella della puntualità dell’intervento cercando di individuare la perdita nel minor tempo possibile.

Lo spunto per affrontare l’argomento arriva dai dati resi noti in questi giorni da Cittadinanzattiva in occasione della giornata mondiale dell’acqua. In riferimento ai soli capoluoghi di provincia italiani, emerge che a livello nazionale va dispersa il 36% dell’acqua immessa, con evidenti differenze fra le singole regioni e anche fra i singoli capoluoghi della stessa regione. Nelle Marche, ad esempio, si passa dal 40,6% a Pesaro a poco meno all’9,8 % a Macerata. Ad Ascoli e Fermo (che fanno capo alla Ciip) la dispersione è attestata al 24,8%, mentre ad Ancona è del 31,3%. "Dati condizionati dal sistema di rilevamento diverso in ogni provincia, tenuto conto per esempio che Macerata ha sette gestori e non ha un sistema di rilevamento; i dati citati da Cittadinanzattiva, riferiti a marzo 2022, complessivamente non sono reali, perché la perdita media di acqua delle Marche è in tutte le province vicina al dato di Pesaro che è del 40% ed ha un sistema di rilevamento più avanzato del nostro" commenta Giovanni Celani, direttore della Ciip che comunica i propri dati ad Arera. "Noi non riusciamo a monitorare tutto il territorio, ma solo i capoluoghi Ascoli, San Benedetto e Fermo. Nel 2021 – prosegue Celani – abbiamo speso circa 150mila euro per la carenza idrica, per recuperare dalle perdite occulte e siamo gli unici in Italia ad aver sperimentato, acquisendone perfino la partnership, un brevetto israeliano basato sui satelliti. Attraverso le reti mappate, con questo brevetto si riescono ad individuare la perdita di acqua dalle condotte. Tant’è che lo scorso anno lungo la vallata del Tronto, ad Ascoli, San Benedetto e la vallata del Tesino siamo riusciti ad individuare perdite, segnalate con un errore di 1,52 metri al massimo, ponendovi riparo". Per allargare alle altre zone questo sistema occorrono soldi.

"Abbiamo fatto richiesta nel Pnnr nella gara che sta per scadere e che vale 28 milioni di euro" aggiunge il direttore della Ciip. Di lavoro da fare ce n’è. "La rete idrica di Ascoli fin da prima del 1918 è sempre rimasta la stessa; prendevamo l’acqua da la Maddalena a San Marco e arrivava nelle case. In questi anni – spiega Celani – abbiamo fatto lavori per il quartiere Luciani, Porta Cappuccina e Monticelli. In centro storico e Campo Parignano tutte queste spese non sono state fatte per la mancanza di fondi ma anche per la difficoltà ad intervenire nel sottosuolo, per cui le condotte sono ancora quelle".

Peppe Ercoli