Stalking dopo botte e minacce. Un ascolano di 38 anni nei guai

La Procura di Ascoli contesta ad un ascolano di 38 anni maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate, minaccia e stalking aggravato nei confronti della moglie. La donna ha sporto numerose querele e l'uomo è stato rinviato a giudizio.

Maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate, minaccia e stalking aggravato. Queste le ipotesi di reato che la Procura di Ascoli contesta ad un ascolano di 38 anni che detti reati li avrebbe commessi nei confronti della moglie. La donna, assistita dall’avvocata Arianna De Angelis e dall’avvocata Valeria Simonetti, lo ha denunciato lo scorso giugno riferendo di aver subito numerosi e gravi episodi di violenza domestica. Grazie alle numerose querele sporte, la magistratura ha svolto le indagini culminate con l’udienza preliminare nel corso della quale l’uomo, difeso dall’avvocato Cicconi, è stato rinviato a giudizio dal giudice Barbara Caponetti. Per cui verrà ora processato. Il rapporto di coppia si è man mano logorato e la situazione è precipitata lo scorso giugno quando la donna ha denunciato una lunga serie di episodi. In occasione di una discussione avvenuta il 9 giugno l’uomo l’avrebbe picchiata colpendola con un calcio, spingendola fino a farla cadere lungo la rampa delle scale; successivamente, mentre la donna era ancora a terra, avrebbe continuato a colpirla con calci alla testa. Tutto questo sarebbe accaduto, per altro, alla presenza della figlia minorenne, alla quale il padre, dopo averla notata, avrebbe detto "prendi tua mamma e tienila chiusa in camera altrimenti qui succede un macello". Quel giorno avrebbe anche minacciato la moglie inviandole diversi messaggi nei quali la invitava a cancellare tutte le foto pubblicate sui profili social, prospettandole che in caso contrario, avrebbe reso pubbliche le foto ritraenti le sue parti intime – foto scattate alla donna senza consenso – o che comunque le avrebbe rovinato la reputazione dicendo in giro che faceva uso di sostanze stupefacenti. La Procura lo accusa anche di aver maltrattato la coniuge, spesso alla presenza dei figli minorenni, in occasione dei litigi, talvolta quotidiani, e comunque frequenti, nei quali la offendeva ripetutamente con epiteti e frasi volgari e irrispettose; liti dovute essenzialmente alla gelosia in seguito alle quali la donna ha deciso di interrompere il rapporto coniugale. A seguito di ciò l’imputato avrebbe inviato numerosi messaggi, nel vano tentativo di riallacciare il rapporto. Un numero di messaggi rilevanti, ai quali si sono aggiunti tentativi di telefonate.