Stop allo smartphone per combattere il disagio giovanile

di Andrea

Agostini*

Il Questore di Aosta minaccia, quale misura di prevenzione per combattere il disagio giovanile (baby gang, bullismo, violenza, vandalismo, disturbo della quiete pubblica), di togliere lo smartphone. A mio avviso una mera provocazione, in quanto la norma invocata, art.3 co.4 del Codice delle Leggi antimafia e delle misure di prevenzione del 2011, ritengo non faccia al caso. Il Questore può imporre ’il divieto di possedere o utilizzare, in tutto o in parte, qualsiasi apparato di comunicazione radiotrasmittente’, ma a prescindere dal fatto che la connessione a internet è possibile anche via cavo e che comunque è pressoché impossibile accertare il mancato rispetto dell’ordine, la norma è applicabile esclusivamente a ’persone che risultino definitivamente condannate per delitti non colposi’, quindi prima che si formi il giudicato facilmente il giovane sarà adulto. Ma lo smartphone ha un ruolo nel disagio giovanile, il continuo guardare e apparire, l’emulazione delle gesta anche criminali, ben venga allora il monito del Questore utile ad attenzionare il tema.

La soluzione però non è nel forzare norme esistenti o nel crearne di nuove, soluzioni facili solitamente inutili, ma nella ricerca di una cultura condivisa all’uso responsabile e consapevole dello smartphone. La scuola insegna. Dalla circolare del Ministero della Pubblica Istruzione, 1532007 n. 28, che vieta l’uso dei cellulari durante le prove scritte, all’art.3 co.4 del DPR 2461998 n. 249, Regolamento recante lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria, per il quale ’Gli studenti sono tenuti ad osservare le disposizioni organizzative e di sicurezza dettate dai regolamenti dei singoli istituti’, sempre più scuole vietano l’uso del cellulare. Circolari di dirigenti, regolamenti scolastici, patti di corresponsabilità sottoscritti da genitori e docenti, prevedono che, salve le emergenze personali e le esigenze della didattica, l’uso del cellulare durante le lezioni, a volte anche a ricreazione, sia vietato, tanto agli alunni, quanto agli insegnanti. Una buona prassi che forse non risolverà problemi criminali, ma che può aiutare tutti se non altro a imparare a gestire il disagio, non solo giovanile, che tutti proviamo quando veniamo privati di una connessione.

*avvocato