Superbonus e ricostruzione Arriva la guida di Legnini per l’uso del 110% nel cratere

Sul fronte della ricostruzione post sisma una delle questioni aperte era quella riguardante l’utilizzo del Superbonus e il suo ‘incastro’ con i contributi per la ricostruzione. Ora è stato finalmente sciolto questo nodo, con l’Agenzia delle entrate e il commissario straordinario Giovanni Legnini che hanno messo a punto e pubblicato una guida operativa per l’uso combinato del Superbonus e del contributo di ricostruzione concesso dallo Stato. Un vademecum che snellisce le procedure di rendicontazione e fatturazione degli interventi e semplifica le possibilità di accesso alle detrazioni fiscali, ammesse anche nel caso di lavori già avviati. Sono stati 80mila gli edifici risultati inagibili dopo il terremoto e le domande di contributo presentate sono 20mila, di cui 9mila approvate (la metà degli interventi chiusa), e circa 4.500 cantieri in fase di lavorazione. Numeri che danno l’idea di quante persone siano coinvolte in questo discorso e di quanto ci sia ancora da fare nei prossimi mesi, che saranno decisivi per una svolta. "La combinazione del contributo con il Superbonus – si legge nella prefazione della guida – rappresenta una grande opportunità per accelerare la ricostruzione post sisma nel centro Italia e per migliorare ulteriormente la sicurezza sismica e l’efficienza energetica di decine di migliaia di edifici che devono ancora essere ricostruiti". Inoltre va ricordato che le detrazioni, per ora, hanno un orizzonte temporale limitato che si ferma al 30 giugno 2022. Il Superbonus diventa accessibile anche nel caso in cui i lavori siano già in corso d’opera (sono previsti alcuni documenti integrativi da presentare o in alternativa una variante progettuale) e soprattutto la guida si sofferma sull’uso del ‘Superbonus rafforzato’, che può essere utilizzato in alternativa al contributo pubblico di ricostruzione. Nel caso i proprietari rinuncino al contributo, i tetti della spesa ammissibile alle detrazioni Superbonus aumentano del 50%. Questo significa che il tetto di spesa per gli interventi di rafforzamento antisismico passa da 96 a 144mila euro, quello per gli impianti termici ‘trainanti’ da 30 a 45mila euro, quello per gli infissi ‘trainati’ da 60 a 90mila euro per ciascuna unità immobiliare.