"Tanti decreti ma lavori ancora a singhozzo"

Tra gli sfollati si respira voglia di ripartire ma anche tanta rassegnazione

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Tanta voglia di ripartire. Ma anche un po’ di scetticismo. Ecco il clima ad Arquata, a quasi sei anni dal sisma. "Dico sempre le stesse cose e ormai mi sono sgolato – spiega Domenico Leonardi, che vive nelle Sae di Pescara -. Io non vedo l’ora di tornare a casa mia. Qualcosa si sta muovendo, lo ammetto. Ad esempio, ormai non ci sono più le macerie. Ma per la ricostruzione andiamo ancora a rilento". "Ho da poco avuto la mia terza figlia e ora vivremo in cinque in una casetta da 60 metri – prosegue Alessandro Petrucci, titolare della macelleria nel villaggio Sae di Pescara -. Nel mio caso, poi, erano stati avviati i lavori su uno stabile a Trisungo, ma la ditta si è fermata. Arrivano decreti ogni giorno, ma le ditte non lavorano. Prima non arrivavano i decreti e non potevamo farci niente. Ora, invece, i decreti ci sono ma nessuno lavora". Fa eco Giuseppe Di Rado, di Tufo. "Non ci sono ditte perché trovano più convenienti il superbonus che i lavori sul sisma. L’errore è stato includere nell’area del cratere anche quei comuni che ebbero danni lievi". "Anche io vivevo a Tufo, e ora sto nelle Sae – dice Enrico Luci –. Non credo che la ricostruzione ci sarà, anche perché ha poco senso ricostruire un paese per poche anime. Mi dispiace dirlo. Ma è così".

m.p.