Tanto tuonò che piovve (troppo poco)

Eleonora

Grossi

Dopo aver registrato il -53 per cento di precipitazioni rispetto alle medie degli ultimi dieci anni, ieri il Piceno ha salutato con piacere l’arrivo delle attese perturbazioni, responsabili di un repentino abbassamento delle temperature. Il mese di maggio 2021 si appresta a bruciare diversi record proprio per i gradi toccati dalla colonnina di mercurio che in certe giornate ne ha fatti registrare 34. Tra allarmi per la prossima estate – sarà rovente come quella del 2003 – e appelli per il consumo idrico, tutto il territorio inizia ad avere sete. dopo questa breve e salvifica perturbazione purtroppo, è atteso un deciso rialzo delle temperature che andrà a piegare campagne e allevamenti, ospedali per i relativi malori e la montagna, grande e fragile, che torna a essere preda facile degli incendi. Fuoco e macerie quelle lasciate dalla carenza d’acqua: i lavori per il super nuovo acquedotto procedono ma le riserve sono davvero molto basse per essere appena l’inizio della primavera.

Insomma, non siamo ancora alla danza della pioggia ma poco ci manca. Il problema è che il cambiamento climatico in atto dà luogo a precipitazioni intense e spesso molto violente, che inondano la terra secca senza permetterle di assorbire acqua in modo graduale, anche perché sono stati tagliati gli alberi che tra le loro mille funzioni hanno anche quella di frenare l’eccessiva quantità di pioggia. Che fare allora per l’"ecoansia" (che non è più uno scherzo su Lisa Simpson ma una patologia di cui soffrono soprattutto i giovani)? Non sprecare acqua, non accendere fuochi, non buttare rifiuti in strada. E sperare, guardando il cielo.