
I controli della Guardia di Finanza
Ascoli Piceno, 19 giugno 2019 – Albergatori e titolari di B&B si intascavano la tassa di soggiorno senza versarla ai Comuni: incastrati dalla guardia di finanza. Dovranno rispondere di peculato. Nell’ambito della quotidiana attività di polizia economico-finanziaria posta in essere dalla Guardia di Finanza a tutela delle entrate pubbliche, i finanzieri del Comando provinciale di Ascoli hanno scoperto e segnalato complessivamente, alle Procure di Ascoli e Fermo, 25 rappresentanti legali di strutture turistiche ubicate sulla costa picena.
All’atto dell’intervento delle Fiamme Gialle è stato accertato l’omesso versamento dell’imposta di soggiorno riscossa dagli ospiti delle strutture ricettive, alle casse dei Comuni di San Benedetto del Tronto e Grottammare, per oltre 160mila euro. In particolare, i finanzieri del Nucleo Polizia economico-finanziaria di Ascoli, al termine di un’articolata e mirata attività ispettiva, condotta anche grazie alla collaborazione dei Municipi del litorale, hanno denunciato per il reato di peculato i pubblici esercenti che, omettendo o ritardando il pagamento dell’imposta d soggiorno, si appropriavano indebitamente della stessa, così cagionando un danno ai bilanci dei Comuni.
L’evasione della “tassa di soggiorno” dà luogo, da un lato, a violazioni di carattere penale, dall’altro, a un danno erariale proprio per via del suo particolare regime di esazione che avviene per conto degli Enti comunali, attraverso le strutture alloggiative con sede nel loro territorio. I titolari di alberghi o di bed and breakfast assumono, con riguardo all’obbligo di esigere le somme dovute dai turisti, la duplice veste di “incaricati di pubblico servizio”, a cui sono potenzialmente ascrivibili una serie di reati contro la Pubblica amministrazione, e di “agenti contabili”, in quanto gestiscono denaro pubblico per conto dei Comuni. A loro imputabile anche la responsabilità per danno erariale.
Il mancato versamento delle somme riscosse dai turisti dà luogo ad appropriazione indebita di denaro pubblico da parte di soggetti incaricati di pubblico servizio, integrando così la fattispecie di peculato, e, allo stesso tempo, legittima la Corte dei Conti a richiedere loro di colmare l’ammanco di denaro creatosi per via dell’inesatta gestione. Le fiamme gialle proseguiranno nell’azione di contrasto al fenomeno dell’evasione dell’imposta di soggiorno nell’ambito della provincia ascolana, intensificando i controlli nei confronti delle strutture ricettive.