Ascoli, tasse sospese. Rischio mazzata

Allarme Cisl: busta paga pesante, problemi imposte da giugno

Incubo bollette

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Ascoli, 19 aprile 2018 - «Un lavoratore o un pensionato pagherà ogni mese almeno il 50% in più di imposte sul reddito». L’allarme della Cisl non è da sottovalutare e mette sotto la lente una questione che, tra poco, potrebbe ‘esplodere’: infatti, chi ha usufruito della ‘busta paga pesante’ perché, suo malgrado, rientrava nell’area del cratere sismico, dal 31 maggio si troverà a dover far fronte al pagamento della normale Irpef (adempimento giù ripreso da gennaio di quest’anno), con in più la maggiorazione della rata per la restituzione delle imposte sospese. Perché la cifra che non è stata versata durante il periodo di sospensione dovrà comunque essere versata, con l’unico vantaggio che è quello di usufruire di un massimo di 24 rate mensili. «Una situazione – ha detto Maria Teresa Ferretti della Cisl – difficilmente sostenibile in condizioni ordinarie, figurarsi in una situazione di profondo disagio come è quella che vivono ancora oggi le popolazioni terremotate». A questo si aggiunge anche un altro adempimento, che rischia di far diventare il periodo estivo drammatico sul fronte delle tasse per chi vive nelle aree terremotate: «Come se non bastasse – ha spiegato la responsabile del sindacato – il 31 maggio scade anche la sospensione dei termini di pagamento per le utenze delle abitazioni inagibili, ed entro il 31 agosto i gestori emetteranno per tutti gli utenti del cratere un’unica fattura di conguaglio relativa a tutto il periodo di sospensione e rateizzabile in 36 mesi».

Una stangata da non sottovalutare e che si accompagna anche ai soliti problemi burocratici: «Le poche indicazioni pervenute ad oggi dall’Agenzia delle entrate non danno indicazioni complete sulle modalità della restituzione«. Con i pensionati che sono quelli messi peggio, visto che non hanno «al momento strumenti per comunicare la volontà di rateizzazione, il numero delle rate prescelto e per effettuare i relativi versamenti».

Quindi il sindacato si rivolge alle istituzioni nazionali, «anche in questa fase di difficile transizione, perché trovino gli strumenti per dare ascolto e risposte alle esigenze dei lavoratori e dei pensionati delle zone colpite dal sisma». La Cisl, ribadendo che il 31 maggio è una data troppo vicina e che 24 rate sono «davvero troppo poche», in conclusione chiede «un intervento normativo definitivo sulla restituzione, che interrompa lo stillicidio dell’attesa di ulteriori proroghe e di altri interventi last minute; una restituzione equa e giusta, quindi un numero maggiore di rate e il posticipo dell’avvio della restituzione; la definizione da parte dell’Agenzia delle entrate di modalità di restituzione comode per il contribuente».

d. l.