Tenera ascolana, i ricercatori a caccia di ulivi

Censimento delle piante in città: "Nei giardi e negli orti scoperte diverse piante secolari"

Migration

A caccia di piante di oliva tenera ascolana per proteggere la specie e ampliare la produzione. Il Gruppo Arboricoltura coordinato dal direttore del dipartimento di Scienze Agrarie della Università Politecnica delle Marche, prof Davide Neri, è in azione con il suo team per per censire le piante presenti ad Ascoli.

Professor Neri, iniziamo dal principio. Cos’ha di tanto speciale la tenera ascolana?

"Viene raccolta verde per essere consumata principalmente a tavola, e sono il suo sapore e la sua polpa non fibrosa a renderla unica, soprattutto nelle sue derivazioni gastronomiche. Da vent’anni poi, con la scoperta degli olii monovarietali, c’è stato anche il suo uso dalla spremitura, che ha dato un prodotto pregiato e che al palato ha un sentore unico di pomodoro".

Ma si trova solo nel Piceno?

"No, è diffusa in tutto il Mediterraneo addirittura da duemila anni, ma gli ascolani hanno avuto l’intuizione di farcirla e friggerla, con un piatto che è diventato simbolo della città".

Perché censire le piante?

"Per due motivi: i frutti grossi e tra i primi a maturare sono tra le prede preferite della mosca dell’oliva e quindi la pianta va tutelata. Inoltre la disponibilità del raccolto rispetto alla domanda è esigua. Facciamo una geolocalizzazione dall’alto delle piante e poi andiamo sul posto per verificare. Abbiamo iniziato dal centro storico scoprendo diverse piante secolari negli orti e nei giardini delle antiche case di Ascoli, oltre che nei monasteri. Finito col centro storico continueremo con altri quartieri della città. Sono presenti anche piante di altre varietà, ma in massima parte si tratta di alberi piantati dopo il grande gelo del 1956: quel freddo distrusse parecchia vegetazione e si procedette a una piantumazione di massa. Quandi ci imbattiamo in piante più antiche invece, è facile che si tratti di tenera ascolana".

Quindi si potrebbe avere nel giardino un piccolo tesoro senza rendersene conto?

"Esatto, ed è per questo che abbiamo chiesto una mano a tutti i cittadini: l’appello è quello di segnalare la presenza di alberi di ulivo nei propri terreni inviando una mail a m.girardi@comune.ap.it".

Che ruolo giocano siccità e cambiamento climatico?

"Un grosso ruolo, come su tutte le altre piante. Da un lato, la siccità elimina le mosche dell’oliva ed è difficile che una pianta muoia per il troppo caldo, visto che la specie è mediterranea e abituata al terreno arido. Ma con meno acqua la produzione e la dimensione dei frutti sarà minore".

Il Gruppo di ricercatori interdisciplinari è composto da Enrico Maria Lodolini (Crea), Monica Pantaloni, Veronica Giorgi, Matteo Zucchini, Samuele Crescenzi e Stefano Chiappini, tutti della UnivPM e Pedro Valverde della Università di Cordoba.

Eleonora Grossi