Terre del sisma, arrosticini e la scritta "Forza Picchio"

Mohoric e Gaburro hanno ben gradito l’invito a degustare uno spuntino a bordo strada. Sfottò e colore locale sull’asfalto, come da tradizione

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Se doveva accendere i riflettori sul territorio piceno il Giro d’Italia lo ha fatto. A partire, ovviamente, dalle zone colpite dal sisma del 2016. In occasione della sesta tappa di ieri, infatti, la ‘carovana rosa’ ha attraversato come da programma molte delle realtà interessate dal terremoto, tra cui Pretare, Arquata e Trisungo, fino ad Acquasanta Terme. Proprio per l’occasione data dalla grande visibilità alcuni terremotati hanno esposto uno striscione su un cancello con scritto ‘Forza Commissario Legnini’, sintomo che la popolazione ha avvertito un cambiamento nel fin qui lungo processo di rinascita della propria terra.

A confermarlo lo stesso sindaco di Arquata Michele Franchi, che al termine del passaggio del giro ha spiegato: "Oggi (ieri, nda) è stata una giornata di festa, ma anche un’occasione importante per Arquata che ha rappresentato un modo per mantenere accesi i riflettori su questi luoghi. A quattro anni e mezzo dal terremoto qualcosa si sta finalmente facendo e anche grazie ad eventi come questi si può riuscire a conservare alta l’attenzione e dire di non fermarsi, perché oggi queste terre ferite si stanno rialzando".

Ma la tappa ascolana del Giro ha regalato tanti altri momenti particolari.

Riguardo alla gara verrà ricordata la scivolata sull’asfalto viscido di viale de Gasperi dell’austriaco Grossschartner, così come del ben più pericoloso incidente accorso al belga Pieter Serry che prima della frazione di Piagge veniva tamponato da una ammiraglia, forse distratta o sorpresa dal distacco del corridore dal gruppo che lo precedeva. Entrambi gli episodi per fortuna hanno portato solo tanto spavento.

E di certo, come ogni tappa che si rispetti, non sono mancati momenti simpatici a dimostrazione del fascino che la carovana rosa ancora riveste quando passa nel cuore di un territorio mostrando le sue bellezze al mondo. A partire dalle scritte dedicate al Giro, sia di semplice ‘saluto’ o di ‘appartenenza’ (sul Pianoro di San Marco fra le tante ecco apparire le scritte ‘W Li Callare’ e ‘Forza Picchio’), che di sfottò come la dedica, tanto per restare in tema calcistico, recapitata all’ex presidente della Sambenedettese Domenico Serafino.

L’episodio più curioso registrato ieri, invece, è capitato nei tornanti che portavano a San Giacomo, uno dei tratti più pesanti da affrontare per gli atleti.

Sarà stata la fame o magari il freddo intenso che si insinuava sotto la muta, sta di fatto che i due corridori Mohoric e Gaburro hanno ben gradito l’invito a degustare due arrosticini allungati a bordo strada da un gruppo di ragazzi con la brace da barbecue ancora calda.

La conferma è arrivata qualche curva dopo, visto che alcuni tifosi, vedendo lo sloveno della Bahrain con lo stecchino quasi terminato in bocca, alla richiesta se fosse piacito, rispondeva convinto: "Molto buono".

Infine, riportiamo una curiosità di fine tappa: non bastasse la fitta pioggia che ha accompagnato i corridori per tutto il segmento ascolano dei 160 km, una volta superato il traguardo a quasi tutti i partecipanti è toccato riscendere e farsi a grande velocità altri chilometri aggiuntivi. Il motivo? Gli autobus e gli altri mezzi dei ventitré team partecipanti, infatti, erano parcheggiati lungo la circonvallazione che circonda il Pianoro di San Marco.

e.p.