Terremoto Acquasanta, muore in una baracca nella zona rossa

Berardino Mancini non se ne era mai voluto andare da Tallacano. Il ricordo del sindaco

Le macerie del post terremoto

Le macerie del post terremoto

Tallacano (Ascoli), 26 aprile 2019 - Se n'è andato esattamente da dove era venuto Berardino Mancini, l’uomo che ieri ha perso la vita all’età di 83 anni. Nel suo cuore c’era posto per un solo paese: Tallacano. E’ è lì, nel piccolo borgo montano, che l’uomo aveva trascorso tutta la sua esistenza ed è lì, nella zona rossa, che la morte lo ha raggiunto ieri pomeriggio, nel silenzio di un luogo ormai disabitato.

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Berardino non ha mai voluto lasciare la piccola frazione di Acquasanta Terme, neppure dopo che il terremoto aveva reso inagibile la sua casa, costringendo tutti gli abitanti all’esodo forzato. Di andare altrove non voleva saperne, al punto che ha iniziato a vagare per il paese, adibendo a dimora una piccola baracca che si trovava nei pressi dell’ex scuola. Da due giorni, però, nessuno aveva più avuto sue notizie, nessuno lo aveva più visto in giro o sentito al telefono.

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I parenti, allora, si sono allarmati, e hanno deciso di chiamare i carabinieri, che ieri hanno fatto la triste scoperta, allertando anche il 118, che ha subito inviato un’ambulanza sul posto. Era morto ormai da molte ore quando i sanitari sono arrivati sul posto, trovandolo all’interno del suo letto, nella piccola baracca in cui viveva per non allontanarsi dalla sua casa terremotata.

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A ricordarlo con sincero affetto, ieri, è stato anche il sindaco di Acquasanta, Sante Stangoni: «Berardino era un uomo molto attaccato al territorio – afferma –, non è riuscito a stare lontano dalla sua casa, neppure quando Tallacano è diventata una zona rossa a causa del sisma. Non so dove abitasse di preciso. Dopo il terremoto ha iniziato a fare una vita da nomade, girovagando qua e là. Era un uomo solitario, amava coltivare i suoi ortaggi, vivere la quotidianità del suo paese, le sue radici. Il terremoto gli ha destabilizzato completamente la vita, ma lui, appena poteva, cercava di tornare lì, di stare vicino alla sua casa. Da tempo, però, era affetto da un male incurabile, quello che forse lo ha condotto alla morte. Lo ricordo come una bravissima persona e tutta la comunità sentirà la sua mancanza».

Una cosa, però, è certa: Berardino non avrebbe scelto mai nessun altro luogo per andarsene. E là, nel posto dove per la prima volta aprì gli occhi, li ha chiusi per sempre, lasciando non solo un ricordo indelebile ma, forse, anche un messaggio importante a coloro che restano, e che troppo spesso dimenticano le loro radici, come ancora dimenticati restano quei luoghi distrutti, che aspettano ancora di poter rinascere.