Terremoto Acquasanta, il sindaco: "Tutto fermo, sono pronto a dimettermi"

Stangoni all’attacco: "Ci prendono in giro"

Sante Stangoni, sindaco di Acquasanta (foto LaBolognese)

Sante Stangoni, sindaco di Acquasanta (foto LaBolognese)

Ascoli, 23 marzo 2019 - «A tre anni dal terremoto è ancora tutto fermo. Stiamo vivendo una situazione assurda e noi sindaci siamo stanchi di fare da giullari a chi governa il paese. Se entro un mese le cose non miglioreranno sono pronto a dimettermi e sicuramente convincerò anche altri colleghi a farlo». L’annuncio arriva dal sindaco di Acquasanta Sante Stangoni, che ancora una volta torna a lamentarsi per i tempi biblici che stanno caratterizzando la ricostruzione e che minaccia appunto la remissione del suo mandato.

«Non c’è chiarezza e siamo stati completamente abbandonati dal Governo – spiega Stangoni –. Siamo entrati ormai in un tunnel senza uscita e noi sindaci del cratere non possiamo accettare una situazione del genere. E’ opportuno dare un segnale importante e proprio per questo motivo, nel giro di un mese, potrei anche dimettermi. La politica nazionale parla di terremoto solamente per strumentalizzarlo, senza offrire delle risposte concrete alla popolazione. E noi sindaci quotidianamente ci troviamo a dover confortare i cittadini, senza però sapere nulla su come andranno le cose. A livello nazionale parlano di terremoto e di ricostruzione, ma poi sono i sindaci a metterci la faccia per la popolazione. Sono davvero stanco di recitare questo ruolo da giullare. Stanno scherzando con il fuoco. Leggo ogni giorno sterili polemiche in merito al post sisma, ma poi quando ci si aspetta delle misure concrete queste non arrivano mai. I territori come il nostro, quello acquasantano, vengono presi costantemente in giro e non va bene. Affatto. Ci sono troppe contraddizioni – prosegue il primo cittadino del borgo termale – e più passa il tempo più la situazione peggiora. Gli uffici per la ricostruzione hanno a disposizione pochi tecnici e le pratiche ‘ammucchiate’ sui tavoli sono sempre in aumento. Ormai alcune di essere si sono anche impolverate per tutto il tempo che sono state ferme. Le opere pubbliche non si stanno svolgendo e le macerie, lo vediamo anche ad Arquata, sono sempre lì. Noi sindaci veniamo tenuti all’oscuro di tutto e a livello nazionale si prendono gioco di noi. Per questo motivo, dunque – conclude Stangoni – se la storia non cambia sono disposto a dimettermi, pur di lanciare un segnale forte e chiaro a chi parla ogni giorno di ricostruzione senza fare però nulla di concreto».