Terremoto Marche, macerie e furti. Arquata alza la voce. "Ci rubano l’oro dei morti"

Addetto denunciato, esplode la rabbia degli sfollati

Tra le macerie

Tra le macerie

Arquata (Ascoli), 29 settembre 2018 - «Chiediamo che la Picenambiente prenda provvedimenti seri nei confronti di chi ha tradito la fiducia degli arquatani». Aleandro Petrucci e Michele Franchi, sindaco e vicesindaco del paese simbolo del terremoto, lo dicono in coro. Sono infuriati per lo scandalo dei furti tra le macerie e anche perché ritengono tenue il provvedimento adottato dalla società pubblico-privata nei confronti del dipendente denunciato dai carabinieri. «Se e quando si arriverà al processo – rincarano – come amministrazione comunale siamo pronti a costituirci parte civile. Ma nel frattempo non siamo d’accordo sul fatto che quell’uomo sia stato solo destinato a un’altra mansione. Per carità, bisogna aspettare che le indagini vadano avanti, ma una sospensione ci stava tutta a nostro avviso. Se loro non prendono provvedimenti veramente punitivi, noi faremo la nostra parte. Sì, siamo infuriati, non lo nascondiamo. Ma in tutto questo ci teniamo a fare un plauso ai carabinieri di Arquata che sono stati sempre al nostro fianco: siamo convinti che grazie a loro riusciremo a estirpare il marcio che c’è. Adesso aspettiamo che le indagini vadano avanti». Ecco, sul fatto che le indagini vadano avanti non ci sono dubbi, e ad Arquata aleggia la sensazione (anzi, quasi la consapevolezza) che qualcos’altro succederà nei prossimi giorni.

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«Quello non può aver fatto tutto da solo», mormorano tra le casette di Borgo e degli altri paesi, dove sono decine gli sfollati che hanno raccontato e denunciato la sparizione di oggetti: elettrodomestici, utensili ma anche oro e gioielli. Ben più di quanto è stato trovato nell’abitazione dell’uomo denunciato che – lo ricordiamo – non aveva un ruolo qualsiasi ma era il coordinatore dei cantieri per la rimozione delle macerie ad Arquata.

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«Qui si sono fregati tutto – si sfoga una terremotata –, e non parlo solo del caso Picenambiente. Anche i sassi si sono portati via e l’oro dei morti». La rabbia che covava ora esplode, insomma, di fronte al fatto che gli arquatani si sono sentiti traditi proprio da chi aveva il compito – peraltro assolto con una certa lentezza – si liberarli dalle macerie.

Ora gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il modo in cui il coordinatore denunciato operava. Come, cioè, riusciva a prelevare i vari materiali e portarli a casa, eludendo il protocollo previsto da Picenambiente. E soprattutto c’è da capire se è davvero possibile che abbia fatto tutto da solo.