Terremoto, ecco la campana di Arquata, ora è in mezzo all’erba

Salvata dalle macerie, fu esposta agli Uffizi

La campana di Arquata

La campana di Arquata

Arquata (Ascoli), 17 giugno 2018 - Dalle stelle degli Uffizi di Firenze, alle stalle del Forte Malatesta ad Ascoli. Questa la parabola discendente della campana della torre civica di Arquata. L’oggetto simbolo del Comune piceno più colpito dal sisma è stato notato da un passante tra l’erba incolta che circonda la storica fortezza lungo la sponda del Castellano. Il passante, non a caso è un terremotato arquatano, Sante Corradetti: lui collaborò con i vigili del fuoco al recupero della campana dalle macerie, quindi non gli è stato difficile riconoscerla. Quindi ha filmato e fotografato la scena che si è trovato davanti. In una delle immagini postate, ha cerchiato in rosso la campana e ha commentato: «Senza parole... sarà la Storia a giudicarvi, e da come l’avete trattata spero che vi ripaghi con la stessa moneta». Neanche a dirlo si è scatenato un vespaio di polemiche. I commenti parlano di mancanza totale di rispetto per aver abbandonato così un pezzo di storia datato 1584. E mentre si cerca di capire di chi sia la responsabilità di un trattamento simile, il popolo dei social punta il dito contro il Comune di Ascoli, dato che il Forte Malatesta fa parte dei Musei Civici, ma soprattutto contro l’attuale amministrazione di Arquata, rea a detta di qualcuno di «aver parcheggiato la popolazione, così come non si sono fatti degli scrupoli per una campana».

Non si è fatta attendere la replica del vicesindaco Michele Franchi, chiamato in causa in prima persona su Facebook: «Dopo la mostra agli Uffizi a fine luglio 2017 la campana è tornata ad Ascoli, al Forte Malatesta dove sono custoditi anche i beni storici di altri comuni terremotati – spiega Franchi –. Noi l’abbiamo consegnata con regolare verbale in mani sicure, quelle dei Carabinieri Tutela Patrimonio di Ancona, ci dispiace scoprire ora che sia lasciata all’incuria e alle intemperie all’esterno della struttura e non dentro come inizialmente. Il sindaco Petrucci si è già attivato per chiedere spiegazioni al maggiore Carmelo Grasso, dell’Arma dei Carabinieri, e nei prossimi giorni ci aspettiamo una risposta plausibile a tale trattamento, altrimenti tanto valeva lasciarla ad Arquata da dove era stata portata via proprio perché non ha più luoghi chiusi e sicuri». Forse non è un caso che la mostra agli Uffizi si intitolasse ‘Facciamo presto. Tesori salvati, tesori da salvare’, perché per il simbolo di Arquata servirà a quanto pare un altro salvataggio.

A recuperare la campana della torre civica il 28 dicembre 2016 in quello che era rimasto di piazza Umberto I, erano stati i vigili del fuoco. La torre, di origine medievale, era stata completamente distrutta dagli eventi sismici dei mesi precedenti. Così la campana, avvistata da alcuni residenti, era stata tirata fuori dalle macerie insieme ai cinque aquilotti che ornavano la struttura. Visto il disastro lungo le strade però era risultato impossibile trasportarla via terra, così non era rimasto che farla volare. La campana, del peso di circa quattro quintali, era stata quindi issata dall’elicottero ‘Drago 57’ e trasportata dietro al campo base dei vigili del fuoco di Pescara del Tronto. Per poi finire al Forte Malatesta dove avrebbe dovuto essere custodita. Di certo, visto il peso, non sarebbe facile spostarla da lì.