Terremoto ad Ascoli, furbetti del Cas. Procura vicina alla svolta

Nel mirino chi ha preso i soldi senza diritti

Finanza in azione

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Ascoli, 2 settembre 2018 - Sono in arrivo diversi avvisi di chiusura delle indagini (415 bis) da parte della Procura di Ascoli a soggetti finiti sotto la lente d’ingrandimento della magistratura ascolana per aver percepito il Contributo di autonoma sistemazione a seguito di abitazioni di residenza danneggiate dai forti terremoti che si sono succeduti da agosto 2016 a gennaio 2017 nel nostro territorio.

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Sulle segnalazioni dei casi fatta dal Comune di Ascoli, la Procura ascolana ha delegato la Guardia di Finanza per svolgere gli opportuni accertamenti e appurare se chi ha chiesto il contributo ne aveva pienamente diritto oppure non ne aveva titolo. Prioritariamente sono stati esaminati i casi in cui, dopo la contestazione del Comune che ha segnalato ai soggetti in questione che il contributo incassato non spettava loro, non vi è stata restituzione di quanto percepito.

Sono invece stati diversi i casi in cui, dopo la contestazione e il confronto con gli impiegati comunali, resisi conto che effettivamente i soldi non spettavano loro, hanno accettato lo stop all’erogazione delle somme e hanno restituito o stanno restituendo i denari nel frattempo incassati. Ci sono stati errori in buona fede, ma anche, evidentemente, con dolo, con la consapevolezza cioè, di non aver diritto al Cas e nonostante ciò è stata fatta la richiesta e si sono incassate le relative somme. Sono diversi questi casi e nei confronti dei soggetti coinvolti l’inchiesta della Procura di Ascoli è praticamente chiusa e verranno a breve emessi gli avvisi di chiusura delle indagini. A seguito di ciò gli interessati potranno chiedere di essere sentiti per spiegare personalmente le proprie ragioni o inviare a Palazzo di Giustizia memorie e documenti a propria difesa.

La magistratura ascolana si è mossa anche per verificare le procedure che hanno portato molti soggetti del territorio, in particolare professionisti muniti di partita Iva, a percepire i 5.000 stanziati una tantum dalla Regione Marche a mo’ di indennizzo per aver dovuto interrompere l’attività professionale a seguito del sisma. Ma qui il discorso più complicato in quanto si tratta di una legge fatta palesemente male nella quale si sono potuti muovere tanti soggetti, messi sull’avviso dell’opportunità che non tutti hanno potuto cogliere. Interi nuclei familiari hanno percepito le somme, in diversi casi senza che la propria attività abbia effettivamente risentito del dramma terremoto. Ma per molti di questi è più un problema di coscienza (poca) che di aver infranto qualche legge.