Terremoto Marche e macerie, due arresti per corruzione

Nei guai un dipendente della Regione e un'imprenditrice. Altre due persone indagate a piede libero

Guardia di Finanza, foto d'archivio Frasca

Guardia di Finanza, foto d'archivio Frasca

Ascoli, 12 giugno 2019 - Arrestati dalla Guardia di Finanza un dipendente della Regione Marche e un'imprenditrice dell'Ascolano nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Ascoli Piceno riguardante la gestione delle macerie post terremoto nelle province di Ascoli Piceno e Fermo. Si tratta di Stefano Mircoli e di Cristina Perotti di San Benedetto del Tronto, titolare di Dimensione Scavi.

Le ipotesi di reato contestate sono corruzione e rivelazione di segreti di ufficio. La misura di custodia cautelare in carcere, disposta dal gip di Ascoli su richiesta dei pm ascolani, è stata eseguita dai militari della Compagnia di San Benedetto del Tronto e dalla Sezione di polizia giudiziaria.

Le indagini, avviate partite da accertamenti su un procedimento per riciclaggio, secondo gli inquirenti e il gip, avrebbero raccolto elementi indiziari 'gravi' in relazione ad uno stabile e strutturato 'asservimento' del pubblico funzionario agli interessi della società privata e a un corrispondente sviamento/condizionamento delle procedure riguardanti la gestione delle macerie post sisma. 

Nei prossimi giorni Perotti e Mircoli saranno sottoposti agli interrogatori di garanzia. Altre due persone risultano indagate a piede libero nella stessa inchiesta. L'arresto, stando a quanto si è potuto apprendere, tra le altre motivazioni, è stato disposto per un pericolo di inquinamento delle prove. La scorsa settimana erano stati perquisiti sia l'ufficio del funzionario regionale che si occupa del post terremoto e delle macerie, sia la sede dell'azienda dell'imprenditrice.

Tra i due, secondo le indagini, non ci sarebbe stato alcun passaggio di soldi bensì uno scambio di informazioni e vantaggi, che gli investigatori chiariranno in seguito, nell'ambito di un intenso rapporto di collaborazione. Circostanze emerse anche grazie a intercettazioni telefoniche.

«Respinge con forza l'accusa di corruzione e chiarirà la sua posizione nell'interrogatorio di garanzia o davanti al pm», così si difende l'avvocato Francesco De Minicis, difensore dell'imprenditrice di San Benedetto del Tronto Cristina Perotti. La difesa esaminerà le carte e poi, nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip che ha emesso l'ordine di custodia in carcere o al pm di Ascoli che lo ha chiesto, «chiarirà le sue ragioni».