Terremoto Marche, il futuro delle zone colpite: "Ricostruire sì, ma in sicurezza"

Per i 60 anni della Cassa edile convegno con il commissario Castelli: "Cantiere più grande d’Europa"

Ascoli, 26 marzo 2023 – Il cratere come modello di vita sociale, oltre che un sistema di forza produttiva. Ieri mattina nell’auditorium Neroni si è tenuto, in occasione dei sessant’anni della Cassa edile delle province di Ascoli e Fermo, un importante momento di confronto tra il commissario straordinario per la ricostruzione Guido Castelli e le parti sociali.

Al centro del dibattito la ricostruzione post sisma 2016 e possibili sviluppi futuri. A fare gli onori di casa è stato Lanfranco Ceroni, presidente della cassa edile, dopodiché la palla è subito passata a Castelli.

"Oggi la definizione di cratere è profondamente cambiata – commenta –. Il Governo stesso ha voluto chiarire quanto la ricostruzione possa rendersi inutile se poi non si riesce a mantenere in vita anche il flusso socio-economico di questi territori. È stato previsto più di un miliardo di euro per infrastrutture digitali, gestione delle risorse idriche e collegamenti. A fronte dei 600milioni richiesti, abbiamo avuto finanziamenti per 1,5 miliardi. Ciò vuol dire quindi che nel cratere c’è vita.

Nella nuova programmazione le Marche sono state agganciate alla configurazione del centro-sud. La parola chiave non può che essere sicurezza. Abbiamo numerosi strumenti come i protocolli di legalità in conservatorio, il Durc di congruità, e ora anche la nuova piattaforma Gedisi (Gestione Digitale Sisma).

Altro tema importante è l’allineamento delle procedure dentro e fuori cratere. Ulteriori tre aspetti da non sottovalutare: la possibilità di anticipare l’Iva della ricostruzione produttiva; stabilizzare il personale del comune e dell’Usr che vanta almeno tre anni consecutivi di operato per garantire stabilità dal punto di vista amministrativo; una norma che consenta nelle scuole del cratere di poter formare classi anche se sotto il numero previsto dalla legge. Ultimo punto è il testo unico delle norme sulla ricostruzione privata approvato da Legnini. Qui interverremo con con l’introduzione di norme fluide".

La ricostruzione del centro Italia costituisce il cantiere più grande d’Europa e quello delle aree marchigiane ne assorbe il 65%. A portare la sua esperienza diretta è stato anche Michele Franchi, sindaco di Arquata.

"Dobbiamo partire da 2 cose: la sicurezza sul lavoro e il fatto di non abbassare i riflettori – spiega –. Adesso la ricostruzione è effettivamente entrata nel vivo. Questo per quanto riguarda quella privata, mentre per quella pubblica siamo ancora in fase embrionale. Stiamo rivedendo la luce, ma adesso è fondamentale che non ci siano più intoppi. Facciamo in modo che le risorse ottenute vengano effettivamente messe a terra. Lo dobbiamo a quelle persone che non ci sono più e alle nuove generazioni che hanno bisogno di un messaggio di speranza".