Tifoso della Samb ferito, il fratello: "Luca è stabile ma grave. Chi sa parli"

L’appello ai tifosi sambenedettesi e vicentini che si stanno mobilitando per chiedere aiuto. L’ipotesi della manganellata smentita dalla Digos che parla di una improbabile caduta

Massimiliano Fanesi

Massimiliano Fanesi

San Benedetto, 16 novembre 2017 - «Luca è attualmente in condizioni stabili, ma gravi. Chiediamo a chiunque abbia visto qualcosa di raccontarlo, qualsiasi dettaglio è importante». E’ l’appello che la famiglia Fanesi ha lanciato ieri attraverso l’associazione Noi Samb e lo stesso ha fatto la Curva Sud Vicenza in un comunicato: «Gentili concittadini – scrivono i tifosi del Vicenza -,la sera del 5 novembre, subito dopo la partita di calcio Vicenza - Sambenedettese, in prossimità delle vostre abitazioni, si è verificato un qualcosa di grave.

Parliamo ancora di ‘un qualcosa’ perché non è semplice ricostruire le dinamiche che fanno sì che, dopo dieci giorni, Luca Fanesi sia ancora in stato di incoscienza su un lettino di ospedale nel reparto di rianimazione di San Bortolo dopo aver riportato alcune sospette fratture alla parte posteriore del cranio ed aver subito un delicatissimo intervento nel pomeriggio di sabato. Come vostri conterranei lanciamo un appello a voi tutti affinché la verità possa emergere tramite un qualsiasi fotogramma, un video o anche solo un frammento catturato con un dispositivo mobile come già alcuni di voi hanno recentemente fatto. Il materiale vi chiediamo di mandarlo al fratello maggiore di Luca, Massimiliano (la mail è forzalucasamb@libero.it), che sta vivendo insieme alla moglie, i due figli, la madre, il fratello minore, parenti e amici tutti una lotta di amore e verità con profonda dignità e speranza».

Lo stesso Massimiliano, ex diesse della Samb, in questi giorni insieme al proprio avvocato, Andrea Balbo, a Vicenza, lì dove il fratello Luca è rimasto ferito, ha vagato di abitazione in abitazione cercando testimoni. Secondo l’ultima ricostruzione della Digos di Vicenza Luca ha battuto la testa, nel fuggi fuggi, contro un cancello. Lì, a 150 metri dallo stadio Menti, più che un cancello c’è una recinzione ma il referto medico sulle condizioni di Luca è in contrasto con la tesi della Digos.

Gli ematomi alla testa non possono essere stati causati da una semplice botta. Ecco perché l’avvocato dei Fanesi ha chiesto di avere il primo referto, quello del Pronto Soccorso, quando Luca vi è stato trasportato dopo gli scontri fra le due tifoserie e l’arrivo della polizia. Lo stesso Luca quando è arrivatoin ospedale ha riferito di aver ricevuto una manganellata da parte della polizia. Dalla Questura, però, non trapela nulla. «Stiamo acquisendo le immagini e raccogliendo testimonianze ma le indagini sono in corso e non possiamo dire nulla». Queste le uniche dichiarazioni rilasciate da Stefano Veronese dell’ufficio di Gabinetto. Servono testimoni per accertare cosa è accaduto e fare giustizia.