San Benedetto, traffico di cocaina. Immobiliarista condannato

Droga dal Sudamerica, l’immobiliarista era a capo dell’organizzazione

Cocaina (foto di repertorio)

Cocaina (foto di repertorio)

San Benedetto (Ascoli), 14 novembre 2018 - Condanne per complessivi 31 anni di carcere sono state comminate ieri dal giudice del tribunale di Teramo Marco Procaccini al termine del processo celebrato con rito abbreviato a carico di tre persone accusate di aver messo su un vasto traffico di cocaina a livello internazionale, grazie al quale dal Sudamerica un fiume di polvere bianca veniva riversato fra le province di Ascoli e Teramo.

Il magistrato ha condannato a 13 anni e 6 mesi di reclusione Giampaolo Brandi 30enne di San Benedetto; a 10 anni Stefano Re immobiliarista 40enne di Monteprandone e a 8 anni Rubio Soto, una donna colombiana di 33 anni da tempo residente nel Piceno. Condanne dunque pesanti a carico dei tre imputati che hanno per altro goduto del beneficio dello sconto di un terzo di pena avendo scelto di essere processati con rito abbreviato.

Tutti e tre sono inoltre stati condannati a pagare multe nell’ordine di molte decine di migliaia di euro; un autentico salasso. Le pene sono andate perfino oltre le richieste dell’accusa. La Procura di Teramo ha infatti chiesto la condanna a 11 anni per Brandi, a 10 anni per Re e a 6 anni per Soto. Annuncia ricorso in Appello l’avvocato Alessandro Angelozzi che difende Brandi e Soto.

«Il giudice si è preso 30 giorni per depositare le motivazioni, ma è chiaro fin d’ora che impugnerò la condanna di entrambi i miei assistiti – ha commentato il penalista ascolano subito dopo aver appreso l’esito del processo – Farò ricorso in Appello per cercare in tutti i modi di ridimensionare gli effetti estremamente gravosi, derivanti dalle pene che non esito a definire drammatiche a cui sono stati condannati».

Per la Procura di Teramo Re sarebbe stato a capo dell’organizzazione che si occupava di importare cocaina dal Sudamerica, in quantità ingenti. Droga che finiva poi sul mercato di Marche e Abruzzo. Un’accusa che il sambenedettese ha sempre respinto con decisione; dopo l’arresto ammise solo una parte delle accuse, ma certamente non quella di essere addirittura lui al vertice dell’organizzazione stroncata con l’operazione ‘The king dancer’.

Tutto è iniziato a ottobre 2016. All’aeroporto di Fiumicino gli agenti della squadra narcotici intercettarono un abruzzese con ben mezzo chilo di cocaina purissima e di ottima qualità. Le articolate investigazioni hanno poi portato ai presunti organizzatori dell’importante traffico di coca, individuati in Re, Brandi e Soto. Un fiume di stupefacente da quale sarebbe stato possibile ricavare 27.000 singole dosi di cocaina per un valore sul mercato di oltre 2 milioni di euro.