Tre i bengalesi contagiati Giallo sul negozio di cover

Tamponi a tappeto anche su una quindicina di migranti. Oltre alla coppia,. test positivo per un’altra persona sempre arrivata con il volo da Dacca.

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Si allunga, sebbene di una sola persona, la lista dei positivi al Sars-Cov-2 di nazionalità bengalese domiciliati a San Benedetto in un appartamento del centro. La terza è una donna, che vive nella stessa abitazione dei coniugi per i quali la positività al Coronavirus è stata accertata nella giornata di martedì, facendo salire dopo più di 50 giorni il numero dei contagiati registrati da quando è iniziata l’emergenza sanitaria nella provincia di Ascoli. Contagiati che ora sono 293. Sono invece negativi il marito della donna e i due figli, tutti conviventi. Dunque, delle sette persone che vivono insieme e alle quali è stato fatto il tampone, solo tre hanno contratto il Covid-19. Ieri è tornata ad essere una giornata piuttosto impegnativa per il Servizio di igiene e sanità pubblica dell’Area vasta 5 diretto da Claudio Angelini che, in virtù della tregua concessa dal virus, aveva iniziato lunedì, a San Benedetto (ad Ascoli è terminata), la campagna straordinaria di vaccinazione. Campagna che continua e che in quattro giorni ha permesso di vaccinare 400 tra bambini e adolescenti. Tornando comunque al Covid, il Sisp, oltre a continuare la ricerca, difficilissima, dei contatti dei tre attualmente positivi nel Piceno, ha dovuto far sottoporre a tampone, nella giornata di ieri, anche 12 richiedenti asilo, di cui sei provenienti dal Bangladesh, segnalati dalla prefettura e attualmente accolti in strutture, sia di Ascoli (2 in quella che si trova al colle San Marco), sia di San Benedetto e Grottammare. "Fortunatamente – dice Angelini – i migranti che abbiamo sottoposto a tampone perché segnalatici dalla prefettura sono tutti negativi. Per quanto riguarda, invece, la coppia e la donna conviventi che sono positivi, stiamo continuando a chiamarli per avere notizie sui loro contatti, ma ne abbiamo rintracciato solo un altro che però si trova a Giulianova e dunque è stato segnalato alla Asl di Teramo. Sparsi nelle Marche, del volo Dacca-Roma del 17 giugno, ci sono complessivamente tredici persone, ma due non si rintracciano perché al telefono non rispondono. E’ davvero molto complicato ritrovarli, e dunque per le indagini non è facile, ma credo che se ci dovessero essere altri positivi saranno tutti della loro comunità, proprio per la promiscuità in cui vivono".

Infine, c’è però un particolare che desta qualche preoccupazione. Secondo quanto riferito dai coniugi positivi del Bangladesh (che si trovavano nel volo Dacca-Roma atterrato a Fiumicino il 17 giugno scorso e che ora sono in quarantena) alle autorità sanitarie, per sopravvivere vendono le cover per i telefoni cellulari. "Prima ci hanno detto che hanno una bancarella – conclude Angelini –, poi un negozietto, ma nel luogo indicatoci da loro non c’è nulla".

Lorenza Cappelli