Truffa e frode nella vendita di auto: tutte col contachilometri manomesso

I tre romeni titolari della rivendita sono stati denunciati. Abbassavano la percorrenza . dei mezzi anche di 200mila km

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Il vizietto di "scaricare" i contachilometri delle auto usate, da parte di rivenditori disonesti, è duro a morire. Un metodo semplice, ma rischioso sotto il profilo penale, che serve per aumentare il valore commerciale delle vetture in vendita. Il personale della guardia di finanza di Ascoli, coordinato dalla Procura della Repubblica, ha scoperto un nuovo caso del genere ed ha denunciato per truffa e frode in commercio, tre romeni, legati da vincoli di parentela, titolari, nel Piceno, di una rivendita di auto usate alle quali, metodicamente, manomettevano il "contachilometri" riducendo le percorrenze effettive indicate dallo strumento. Nella migliore delle ipotesi le automobili venivano "ringiovanite" di qualche decina di migliaia di chilometri, addirittura, per i casi peggiori, di oltre 200.000 km, trasformando veri e propri ferrivecchi, pericolosi per l’incolumità dei passeggeri e per la stessa circolazione stradale, in veicoli dall’apparente motore seminuovo. Pubblicizzate con annunci su siti internet specializzati, ricevevano una miglior valutazione, garantita dallo scarso chilometraggio del mezzo, aumentando il guadagno e danneggiando i clienti truffati. Allo scopo di carpire definitivamente la fiducia dei clienti, tutte le automobili venivano poste in vendita solo dopo aver effettuato una nuova revisione, indipendentemente dalla data dell’ultima eseguita, quale ulteriore elemento di garanzia dei chilometri percorsi dall’auto. La truffa dei chilometri scalati è uno stratagemma già tristemente noto alle cronache locali, che hanno già visto protagoniste le fiamme gialle con l’operazione Tarocca(u)to del maggio 2021 hanno denunciato per truffa i rappresentanti legali di una concessionaria sambenedettese. Per effetto delle peculiarità di polizia economico-finanziarie affidate al Corpo, sono state eseguite mirate verifiche fiscali nei confronti di evasori totali e recuperato a tassazione oltre 719 mila euro di imponibile ai fini delle imposte dirette non dichiarato al fisco, Iva dovuta per 182 mila euro e un imponibile Irap per oltre 625mila euro.

Marcello Iezzi