Tumore al seno, la biopsia diventa mini invasiva al Mazzoni di Ascoli

Ecco il ‘mammotome revolve’ , l'innovativo sistema per effettuare l'esame della mammella. Donato dalla Fondazione Carisap

Da sinistra Sansoni,  Marinucci, Galeati, Milani,  Teodori e Grazioli

Da sinistra Sansoni, Marinucci, Galeati, Milani, Teodori e Grazioli

Ascoli Piceno, 12 novembre 2019 - E’ grazie all’acquisto del ‘mammotome revolve’, un innovativo sistema per effettuare la biopsia mininvasiva della mammella, che l’Area vasta 5 chiude il cerchio intorno all’offerta diagnostica per la patologia mammaria. L’apparecchio, nuovo arrivato nel parco macchine dell’ospedale Mazzoni grazie alla Fondazione Carisap che ha sostenuto la spesa necessaria di 50mila euro, utilizza una sonda assistita da un computer per effettuare biopsie di lesioni della mammella reperite precedentemente attraverso esami mammografici o ecografici (ecografo acquistato dal Gruppo Gabrielli qualche anno fa).

«In seguito all’arrivo del nuovo presidente – dice il direttore dell’Area vasta 5, Cesare Milani – la Fondazione Carisap è tornata a prestare attenzione ai problemi sanitari. E’ molto importante perché fa sì che si possa sempre di più agire per il bene dei pazienti del nostro territorio». A fare da gancio con la Fondazione, subito dopo la nomina del presidente Angelo Galeati, è stato il direttore dell’unità operativa complessa di radiologia dell’Area vasta 5, Carlo Marinucci. «Un anno e mezzo fa – dice il primario – ho bussato alla Fondazione per completare l’offerta diagnostica per la patologia mammaria. Dopo l’ambulatorio senologico è stata istituita la Breast Unit che è una presa in carico della paziente dalla diagnosi fino alla terapia post operatoria. A noi serviva, una volta fatta la diagnosi, tipizzare questa lesione per stabilire il percorso terapeutico da seguire e il mammotome serve proprio a questo». «L’obiettivo – continua la radiologa Michela Grazioli – era arrivare a un percorso diagnostico completo per la paziente e questo macchinario ci consente di eseguire la biopsia sotto guida mammografica».

«Questo intervento – dice Galeati – rappresenta l’inizio di un’idea di progettualità che riporta la Fondazione a ragionare insieme alla sanità pubblica. Nel nostro piano pluriennale è tornata la voce sanità pubblica, per diagnosi precoci e prevenzione». E per la prevenzione si batte sul campo da tantissimi anni lo Iom presieduto da Ludovica Teodori, grazie al quale nel 2015 è stato attivato al Mazzoni l’ambulatorio senologico, dal 2018 afferente alla Breast Unit che dal primo luglio ha assorbito anche quella di Fermo con tutte le pazienti operate al seno nell’ospedale di San Benedetto. «Nelle Marche – dice la Teodori – solo il 56% delle donne aderisce allo screening per prevenire il tumore al seno. Noi porteremo avanti la prevenzione tutto l’anno». Dall’1 gennaio al 31 ottobre 2019 sono state 257 le pazienti prese in carico dall’ambulatorio senologico.