Sulla vicenda del servizio di salvataggio in mare, che ha costretto i concessionari di spiaggia ad una rapida smobilitazione delle attrezzature da Porto d’Ascoli a Cupra Marittima, si sono cimentati un po’ tutti: da Confcommercio a Confesercenti ad ITB Italia, il comune di San Benedetto si è pronunciato dicendo che l’organo di controllo e la capitaneria di porto e la stessa capitaneria di porto ha comminato 11 sanzioni ad altrettanti gestori di stabilimenti balneari, perché sprovvisti del servizio di salvataggio in presenza di qualche bagnante sui lettini della propria concessione. Il tutto è iniziato da una nota della Regione Marche in cui si dice che la stagione balneare è posticipata dal 17 di settembre, all’1 di ottobre. Nel polverone che si è generato, la Regione non è mai intervenuta, ma l’assessore competente, Stefano Aguzzi non lascia margini di manovra. "Quando la Regione Marche indica l’inizio e la fine della stagione balneare, non stabilisce se i concessionari devono mettere o meno il bagnino di salvataggio – afferma Aguzzi – Noi vigiliamo sulla qualità delle acque di balneazione. Significa che, chi va a fare il bagno sa che le acque sono pulite, altrimenti comparirebbe il cartello che vieta la balneazione. Noi diciamo semplicemente che la stagione è stata prolungata al primo di ottobre e che i controlli in mare sono attivi. Se il concessionario vuole stare aperto o meno lo decide lui, nell’ambito delle ordinanze vigenti".
Qui si ferma il parere di Aguzzi, ma è come dire, se la stagione è aperta, la gente va al mare, serve il servizio di salvataggio. Altro discorso, invece è quello relativo alla nota del sindaco Antonio Spazzafumo che nei giorni scorsi ha precisato che l’organo di controllo è la capitaneria e nulla c’entra il Comune. "E’ inaccettabile che il sindaco di una città come San Benedetto, a fronte di un problema che si è creato, come prima reazione dica che lui non può fare nulla – afferma l’ex sindaco Pasqualino Piunti – E’ una riproposizione attuale del peggior ponziopilatismo che un sindaco non si dovrebbe permettere. Faccio un esempio: il Comune non è competente neanche sulla sanità e neppure sulla sicurezza, ma allo stesso tempo il sindaco è responsabile della salute pubblica e della sicurezza dei propri cittadini. Il sindaco dev’essere il tutore e il difensore di tutte le situazioni che si vengono a creare. Spazzafumo non ha fatto altro che ripetere l’atteggiamento adottato a Ferragosto dell’anno scorso sul caso degli ombrelloni, che ha fatto assurgere la città a zimbello di tutta Italia con servizi sulle reti nazionali televisive e sulle pagine dei maggiori quotidiani. Il sindaco avrebbe dovuto organizzare un tavolo di crisi per cercare una soluzione. Altro che defilarsi". Marcello Iezzi