Una piazza per Antonio De Meo

Domani l’intitolazione a Castel di Lama. La mamma del giovane ucciso: "Il perdono è di Dio e non degli uomini"

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Sono trascorsi 13 anni dalla morte di Antonio De Meo, lo studente-cameriere di 23 anni di Castel di Lama che la notte del 10 agosto 2009 a Villa Rosa venne aggredito e ucciso a calci e pugni per futili motivi da tre rom. Domani, alle 10, a Castel di Lama, il sindaco Mauro Bochicchio, gli intitolerà la piazza vicino al bocciodromo, proprio nel giorno del suo compleanno. Avrebbe compiuto 36 anni.

Lucia Di Virgilio, mamma di Antonio. Dopo 13 anni qual è il suo stato d’animo?

"La morte di una persona cara è devastante, soprattutto morire in quel modo, senza colpe, senza un perché. Antonio era il piccolo della famiglia e ci era molto affezionato. In questi anni, grazie all’associazione Antonio De Meo onlus, abbiamo cercato di ritrovare l’amore per la vita e la speranza. Nel segno del suo amore riusciamo ad aiutare molte persone in difficoltà. Antonio era caritatevole, era una persona amabile, ma non c’è più e ci manca terribilmente. Cerco di fare del tutto affinché il suo ricordo non venga sbiadito dal tempo, voglio che tutti lo ricordino".

Cosa pensa dell’intitolazione della piazza?

"Sono felice, perché Castel di Lama non l’ha dimenticato. Antonio ha amato la sua città e la sua città lo ama ancora".

Dopo 13 si sente pronta per parlare di perdono?

"Il perdono è di Dio non degli uomini. Ho attraversato un lungo calvario, fatto di dolore e delusioni, perché quando accadono queste disgrazie i parenti delle vittime sono lasciate al loro destino, spesso anche dalla legge. Il mio è stato un cammino difficile, ma continuerò a percorrerlo nel segno di Antonio".

Maria Grazia Lappa