Una riforma della giustizia da resa dei conti

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Umberto

Monti

Viene disegnato un sistema unico negli apparati dello Stato che pare orientato da una generale sfiducia verso la magistratura e da una volontà quasi da "resa dei conti" e di umiliazione più che da una trasparente volontà di migliorare la giustizia. E’ una riforma che va obliquamente a violare la Costituzione nel prevedere di fatto una separazione delle carriere tra pubblico ministero e giudice, stabilendo un solo passaggio di funzione (quando invece si dovrebbe valorizzare il cambio di funzioni proprio per avere un pm sempre attento ai diritti e alle garanzie di ciascuno e con una cultura più profonda di imparzialità) costruendo così un’ulteriore tappa verso una azione penale discrezionale e con una prospettiva di pubblici ministeri resi "avvocati dell’accusa", dipendenti dal Governo e che opereranno secondo le scelte e le priorità decise dalla politica. Le conseguenze sia attuali sia in prospettiva sul piano della equanime applicazione della legge penale sono evidenti, con una azione penale sempre più sottratta ad un esercizio fondato solo sulla legge, e sempre più orientata da scelte politiche; e ciò sarebbe ancor più grave nel nostro sistema dove tutte le scelte di indagine sono governate solo dal pm. Meraviglia che tra i tanti problemi del sistema giustizia ci si dedichi con tanto impegno a consentire il passaggio funzioni pmgiudice per una sola volta, regola che erode la Costituzione ed è priva di giustificazione razionale se non quella di creare le premesse per una definitiva separazione delle carriere e per una sottoposizione del pm al potere esecutivo; e che non ha alcun effetto positivo sul piano della funzionalità del sistema. Pare quasi che lo spunto offerto dallo scandalo dell’Hotel Champagne sia diventato non quello di evitare che quelle vicende si ripetano, ma quello di evitare che analoghe vicende possano essere scoperte. E lo "sciopero" diventa così una iniziativa simbolica, non a difesa della magistratura ma un tentativo di richiamare l’attenzione sul merito e sulle implicazioni della riforma, sulla sua inefficacia, sul suo tradire i fini di miglioramento del sistema.

*Procuratore della Repubblica