Vaccini buttati, lo sfogo: "Papà è un dottore onesto"

La figlia di Rossi sui social: "Ha salvato vite, tante anche dal Covid". Il medico è ancora in carcere per l’inchiesta sui Green pass facili

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"Mio padre è stato un ottimo dottore e una persona onesta per tutta la sua vita. Ha salvato vite e tante anche dal Covid. Chi lo conosce davvero lo sa". E’ la difesa di Alessandra Rossi, una delle figlie di Giuseppe Rossi, il medico detenuto nel carcere di Ancona perché ritenuto responsabile di aver favorito l’ottenimento di green pass taroccati a 73 persone senza che queste si sottoponessero alla somministrazione del vaccino anti Covid. La donna ascolana ha risposto con determinazione ad alcuni commenti postati in calce alla notizia del Carlino riguardante la mancata concessione al papà degli arresti domiciliari da parte del Tribunale della Libertà che martedì scorso ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati Umberto Gramenzi e Lavinia Tarli. Una notizia che è stata accolta con grande dispiacere in famiglia, come è naturale che sia, visto che il medico dovrà restare in carcere più o meno fino a metà febbraio, quando scadrà la misura cautelare disposta dal giudice Giusti che ha una durata di 40 giorni. Rossi non è un no vax; nel verbale redatto al momento dell’arresto ha messo nero su bianco dichiarazioni spontanee, ammettendo che l’ha fatto per soldi; per ogni ciclo vaccinale simulato (utile per ottenere il green pass) ha detto di aver percepito 100 euro da pazienti per lo più presentati a lui da Maurizio Strappelli che per la procura di Ascoli in questa vicenda ha avuto un ruolo di intermediario fra il medico e i pazienti. Sua figlia ha posto l’attenzione sui "suoi pazienti e tutte le persone a cui ha salvato la vita comprese molte dal Covid, in piena pandemia quando il vaccino era solo fantascienza. Mio padre non è venuto meno proprio a niente, ci ha vaccinato tutti e si è vaccinato. Per tutta la sua vita è sempre stato un ottimo dottore e una persona onesta".

Alcuni commenti sono stati veramente duri, per non dire "feroci" visto che c’è ha auspicato la "pena di morte". Sono lo specchio dello scontro in atto fra chi è favorevole al vaccino anti Covid e i cosiddetti no vax. Un dibattito che molto spesso non si limita alla democratica esposizione dei motivi delle rispettive posizioni, ma scivola nell’insulto e nelle invettive, anche gravissime. "Intanto da noi non c’è più la pena di morte neanche per le stragi" ha obiettato Alessandra Rossi a chi invocava la pena capitale per il padre, invitando questa persona "ad andare a vedere i paesi che applicano questo tipo di pena quali sono i reati commessi. Si farà una bella cultura e si renderà conto delle stronzate che spara".