Valerio Amatizi, chi era il ragazzo morto a Capodanno ad Ascoli Piceno

Il giovane era originario di Capodacqua, studiava alla Unicam e faceva il carrozziere

Valerio Amatizi si era trasferito ad Ascoli Piceno

Valerio Amatizi si era trasferito ad Ascoli Piceno

Ascoli Piceno, 2 gennaio 2019 - Valerio Amatizi era un ragazzo generoso ed è probabilmente stata proprio la sua generosità a costargli la vita la notte di Capodanno a Colle San Marco.

AGGIORNAMENTO Valerio Amatizi, oggi il funerale. "Ciao, angelo barbuto"

Quella generosità che aveva già messo in evidenza in occasione del terremoto del 24 agosto 2016 quando fu tra i primi a mettersi a scavare a mani nude, e con sprezzo del pericolo, per tirare fuori dalle macerie i concittadini intrappolati, tanto che c’è chi all’epoca ha suggerito di premiare ufficialmente il suo impegno con un’onorificenza. Già da tempo si era trasferito ad Ascoli, in un appartamento in zona piazza Immacolata, ma Arquata del Tronto, ed in particolare Capodacqua, erano in cima ai suoi pensieri e vi faceva ritorno spessissimo.

Anche dopo il sisma frequentemente tornava fra le montagne a fare la legna, a coltivare la terra, a curare l’orto sulle orme del padre e del nonno che tenevano tanto a quel pezzo di terra che Valerio non ha voluto abbandonare. Tutto senza tralasciare gli studi di disegno industriale all’Unicam, il lavoro di carrozziere. Amava lo sport ed era stato impegnato con la Società Amatori Rugby di Ascoli. Il 2019 era iniziato malissimo. Era il 13 gennaio dello scorso anno quando perse il padre Luca a soli 57 anni. Il genitore era uscito per una battuta di caccia. All’improvviso il malore che non gli ha dato scampo; ha fatto in tempo solo a poggiare a terra il fucile e sedersi. Poi è morto. Un evento che aveva lasciato il segno in Valerio che si è assunto su di sé la responsabilità della famiglia, a sostegno della madre Egizia Piacentini, insegnante a Venarotta e al fratello Matteo, più giovane di lui.

«La notte del terremoto lo vidi scavare senza paura che gli crollasse tutto addosso, venivano prima le persone che dovevano essere estratte dalle macerie; era generoso, ma non spavaldo" racconta Fabio Cortellesi che ben conosceva Valerio. "Ci teneva tanto ad Arquata e a Capodacqua e tornava appena poteva, benché vivesse ormai in Ascoli, già da prima del terremoto. Il legame con la sua terra e con gli arquatani era fortissimo". "Una perdita incalcolabile in un episodio che ha sconvolto tutti e in particolare gli amici che erano con lui per festeggiare Capodanno" prosegue Berardina Di Cesare, tra le prime ad accorrere al pianoro. "Tutta la nostra comunità è stata toccata da questa terribile notizia" aggiunge Michele Franchi, vice sindaco di Arquata. "Valerio lo conoscevamo tutti, era un caro ragazzo, sempre disponibile quando serviva e il suo impegno durante il terremoto è stato encomiabile".

Valerio, tra i suoi mille interessi, aveva anche quello della Quintana: aveva infatti sfilato con gli Armati del gruppo comunale. Sui social il cordoglio dei suoi tantissimi amici, ma anche di chi Valerio lo conosceva solo superficialmente, tanto era facile rimanere impressionati dall’energia di questo ragazzone. Sul profilo Facebook amici, increduli, sotto choc, hanno dedicato un saluto, un ricordo: "Ciao Vale". "Non si può credere, non può esser vero... riposa in pace amico"; "Ciao amico,non scorderò mai il sorriso che avevi sempre, rip", scrive uno di loro a Valerio, ricordato come un ragazzo allegro, volenteroso, dinamico, sempre disponibile per gli amici. La salma di Valerio Amatizi dopo essere stata recuperata ieri notte dai vigili del fuoco è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale Mazzoni. La notizia della terribile disgrazia ha raggiunto la madre Egizia a Roma dove si trovava per festeggiare con alcuni familiari l’arrivo del 2020.

p. erc.