"Variante Areamare, non abbiamo chiesto un’assemblea pubblica"

Il costruttore replica agli ambientalisti: "L’iter andrà avanti nelle sedi opportune"

Vicenda Areamare, il direttivo della società di costruzioni risponde al coordinamento Fermiamo il Consumo di Suolo, Rigeneriamo la Città, negando di aver mai chiesto un’assemblea pubblica per discutere la variante al piano regolatore. Il privato, che a metà gennaio ha depositato un ricorso al Tar contro il comune di San Benedetto, intende risolvere la questione in sede giudiziaria. "Desta senso di stupore e repulsione la lettura di notizie e affermazioni false – fa sapere, con una nota, il consiglio d’amministrazione di Areamare - Non abbiamo chiesto ad alcuno, discussioni assembleari per argomenti che attengono al campo del nostro diritto ineluttabile. Abbiamo solo la pretesa e la costanza di seguire percorsi previsti e consentiti dalle leggi. Percorsi che nelle sedi regionali prima e nella giustizia ordinaria poi trovano la giusta collocazione. Pur con l’attenzione mai mancata al pubblico interesse". L’unica occasione per parlare della variante, dunque, sarebbe offerta da un’assemblea proposta e indetta dall’amministrazione comunale. Ma, a questo punto, il clima da cortina di ferro non lascia supporre che nell’immediato futuro possano verificarsi sviluppi di questo genere. Il solo dato certo, ad oggi, è che il privato ha formalmente contestato, presso la giustizia amministrativa, il silenzio del comune sulla proposta di variante: quella variante al piano regolatore che ha per oggetto la realizzazione di 10 edifici residenziale fra via Mare e via Scarlatti e altri 8 in via del Cacciatore. Le parti sono state convocate in udienza per il 27 aprile.