Varianti urbanistiche, la giunta prende tempo

La decisione sui progetti Nidis e Areamare slitta Piunti: "Non abbiamo fretta La delibera non è pronta"

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Delibera sulle varianti in standby: dopo le proteste dei comitati e della minoranza, l’amministrazione comunale decide di prendersi altri giorni prima di portare la delibera in giunta. Per i progetti Nidis e Areamare, quindi, tutto slitta almeno alla settimana prossima. Intanto, Piunti decide di uscire allo scoperto e rispondere agli attacchi di questi giorni. "In questi ultimi tempi ho letto numerose dichiarazioni, da parte di cittadini o esponenti politici – dichiara il primo cittadino – perlopiù fantasiose, e che mi hanno fatto sentire come il protagonista di un romanzo kafkiano. Pertanto ritengo che siano necessari dei chiarimenti. Innanzitutto la delibera: la porteremo in giunta quando sarà pronta, non abbiamo fretta. Questo atto che andremo ad approvare riguarda unicamente la regolarità delle proposte di variante secondo i criteri dettati dall’Anac. Non andremo assolutamente a decidere nel merito. Prima di farlo, valuteremo i progetti e solo poi prenderemo una decisione, in quanto amministratori, ma basata sulla più totale trasparenza e partecipazione. Unico nostro scrupolo sarà prendere la scelta che rappresenti un evidentissimo beneficio pubblico per la comunità". Tra i più strenui difensori delle varianti, comunque, va annoverato Andrea Assenti, assessore ai lavori pubblici, che punterebbe alla monetizzazione derivante dagli oneri di urbanizzazione per realizzare opere di suo appannaggio. Ma anche in questo caso, la strategia politica trova strenui oppositori.

"L’ostinazione di Piunti e del suo assessore ai lavori pubblici – scrive Pier Giorgio Giorgi, commissario del Pd - di portare avanti questo scempio non trova d’accordo il Partito Democratico che si unisce al coro di proteste dei comitati di quartiere, invitando la cittadinanza a far sentire la propria voce quando le varianti arriveranno in giunta". Per ora, comunque, i comitati di quartiere sembrano essersi calmati. Ma dal momento in cui il comune dovesse far partire l’iter amministrativo senza consultarli, direttivi e presidenti tornerebbero a far battaglia, probabilmente con proteste di piazza o persino rassegnando le dimissioni in anticipo sulla scadenza di mandato.

Giuseppe Di Marco