GIUSEPPE ERCOLI
Cronaca

Vicesindaco ferito. L’accusa dei pm:: "Ha sparato mirando al corpo del marito"

Acquasanta, un anno fa un colpo partito dalla pistola detenuta regolarmente. La Procura ha chiesto la condanna a tre anni e otto mesi per Giovanna Pompei, moglie di Luigi Capriotti.

Acquasanta, un anno fa un colpo partito dalla pistola detenuta regolarmente. La Procura ha chiesto la condanna a tre anni e otto mesi per Giovanna Pompei, moglie di Luigi Capriotti.

Acquasanta, un anno fa un colpo partito dalla pistola detenuta regolarmente. La Procura ha chiesto la condanna a tre anni e otto mesi per Giovanna Pompei, moglie di Luigi Capriotti.

La Procura ha chiesto la condanna a tre anni e otto mesi di reclusione per Giovanna Pompei, la donna di Acquasanta accusata di tentato omicidio in relazione al colpo di pistola sparato la notte fra il 18 e il 19 febbraio 2024 contro il marito, il vice sindaco della località termale Luigi Capriotti. Pompei è comparsa ieri davanti al giudice delle udienze preliminari del tribunale di Ascoli per essere processata con rito abbreviato, così come chiesto in precedenza dai suoi legali, avvocati Giulio Natali e Andrea Silvestri; la richiesta è stata accolta dal giudice Barbara Caponetti che, in caso di condanna, applicherà quindi uno sconto di pena di un terzo. Sconto di pena di cui ha tenuto conto la pubblica accusa nel formulare la richiesta di riconoscimento di colpevolezza della Pompei per l’accusa di tentato omicidio. Nel concludere le rispettive arringhe, hanno chiesto invece l’assoluzione sia gli avvocati difensori della donna, sia il legale di parte civile, avvocato Nazario Agostini, che assiste il vice sindaco di Acquasanta Luigi Capriotti che ha manifestato anche l’intenzione di ritirare la costituzione contro la moglie, avendo per altro sostenuto fin dall’imminenza del fatto la versione di uno sparo partito in maniera accidentale e non volontaria. In questo ultimo anno trascorso dal fatto avvenuto nella cittadina termale, la linea difensiva è stata infatti improntata sul concetto che non vi era alcuna volontà omicida da parte dell’imputata al momento dello sparo che ha raggiunto il coniuge, ma che si è trattato di un incidente del tutto involontario. Una tesi avallata anche dalla vittima dello sparo, il vice sindaco Capriotti, che quella notte finì in ospedale per curare la ferita ad un braccio causata dal colpo di pistola sparato dalla 357 Magnum, da lui regolarmente detenuta e lasciata nel comodino nelle ore notturne a scopo di difesa, sottolineando che nei mesi precedenti ad Acquasanta si erano registrati alcuni furti in abitazione che avevano destato preoccupazione e per questo aveva deciso di dormire tenendo la pistola a portata di mano. Per la Procura lo sparo sarebbe stato invece l’apice di una discussione per problemi interni alla coppia ed il fatto che la donna avrebbe sparato in direzione della figura del marito, correndo dunque il rischio di colpire organi vitali, ha determinato l’accusa di tentato omicidio. All’epoca venne effettuato un sopralluogo nell’abitazione dei due coniugi, per ricostruire l’accaduto nei minimi dettagli. Lo effettuarono gli uomini del reparto scientifico dei carabinieri ed è servito per analizzare gli spazi, ricostruire le posizioni di moglie e marito al momento dello sparo, al fine di acclarare se si è trattato di un atto volontario, come sostiene la Procura di Ascoli, o di un incidente, come afferma invece la signora Pompei che, dopo l’arresto, al giudice delle indagini preliminari Annalisa Giusti ha assicurato che non c’era alcuna volontà di sparare contro il marito, men che meno addirittura di ucciderlo.

Peppe Ercoli