San Benedetto del Tronto, assolto Daniele Primavera per le vignette sul sindaco

Il Comune si era costituito parte civile, ora deve accollarsi 5mila euro di spese legali

Il sindaco Piunti e l’amministrazione valutano il ricorso

Il sindaco Piunti e l’amministrazione valutano il ricorso

San Benedetto del tronto (Ascoli Piceno), 10 ottobre 2018 - Il giudice del tribunale Barbara Bondi Ciutti ha assolto Daniele Primavera dall’accusa di aver diffamato il sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti, fatto per il quale il Comune si era costituito parte civile contro l’ex consigliere comunale di Rifondazione Comunista. E adesso viale De Gasperi dovrà accollarsi anche cinquemila euro di spese legali. Cosa che sta già sucitando un vespaio di polemiche visto che saranno i residenti sambenedettesi a pagarle.

Una storia che aveva attirato l’attenzione dell’opinione pubblica, divisa sul fatto che il sindaco avrebbe dovuto accettare quella che per l’imputato era semplicemente satira politica e chi invece aveva riteneva che quello che era stato scritto e pubblicato su una pagina Facebook aperta ad hoc era lesivo dell’immagine di Piunti nella veste di primo cittadino e, di conseguenza, anche dell’amministrazione comunale.

Non c’è soddisfazione per la sentenza negli ambienti del Comune che nel tardo pomeriggio di ieri ha diffuso una nota. «Prendiamo atto del fatto che il giudice onorario Bondi Ciutti ha assolto Daniele Primavera» si legge nella nota che ricorda quanto era per altro accaduto ieri mattina in tribunale quando la Procura della Repubblica aveva «addirittura ampliato il capo di accusa originario richiedendo la sua condanna per due reati commessi in danno della parte civile. Infatti – si legge - all’originaria accusa di diffamazione si è aggiunta quella per il reato di sostituzione di persona contestata in udienza».

Non resta ora che attendere che il giudice Bondi Ciutti depositi le motivazioni della sentenza assolutoria. Così farà il Comune prima di decidere quale strada percorrere. «Fin d’ora la parte civile resta intimamente convinta delle proprie ragioni proposte a tutela delle istituzioni e della buona fede dei cittadini. Si valuterà il da farsi – fanno sapere dal municipio – ovvero se proporre appello una volta conosciute le motivazioni della sentenza, compreso anche la possibilità di rivolgere istanza alla Procura di Ascoli e alla Procura Generale affinché a loro volta procedano autonomamente in tal senso».

La vicenda. Daniele Primavera, ex consigliere comunale di Rifondazione Comunista, dopo la vittoria del centrodestra alle amministrative aveva aperto una pagina satirica su Facebook intitolata ‘Pasqualino Piunti Sindaco e Cantante’. A far scattare la denuncia nei suoi confronti era stato un post nel quale il primo cittadino di San Benedetto annunciava il proprio matrimonio con il sindaco di Ascoli Guido Castelli. Satira, semplicemente satira, niente più che satira, ha sempre detto Primavera. Ieri il giudice gli ha dato ragione.