
L’effetto delle continue frane che si verificano lungo la strada comunale che passa per via Carnia e Valle del Forno
Ora saranno tecnici e operai della Ciip a svolgere accertamenti sulle continue frane che si verificano lungo la strada comunale che da San Benedetto conduce verso Acquaviva, passando per via Carnia e Valle del Forno. Subito dopo il viadotto autostradale, in piena curva, c’è un punto in cui si aprono vere e proprie voragini che continuano ad ingoiare ogni riporto di materiale inerte posto per la riparazione. Un fenomeno che va avanti da anni e che ultimamente è peggiorato sensibilmente, poiché in meno di un anno ci sono stati più crolli. Nel mese di giugno dell’anno scorso era stato eseguito un riempimento che è sprofondato nel successivo mese di agosto con una profonda voragine a seguito della pioggia caduta al passaggio di una perturbazione. La strada è stata riparata con lo stesso metodo di sempre, poi circa un mese fa la grande buca si è riaperta causando un nuovo restringimento di carreggiata lungo una strada molto frequentata. Ora una striscia di canneto è stata tagliata per consentire le ispezioni sul terreno e la fossa è stata riempita con terra e ghiaia, ma già, nella zona ovest della riempitura, si nota lo sprofondamento del terreno. Il sospetto è che in profondità vi possa essere la presenza di molta acqua. La scorsa settimana i tecnici del Comune hanno deciso di interessare del caso la Ciip per valutare lo stato della regimentazione delle acque piovane, ma anche eventuali falle che possono essersi create sulle condotte della rete fognaria o dell’acquedotto. "Ci stiamo lavorando – spiega il vice sindaco di San Benedetto Tonino Capriotti –. Sospettiamo che sotto possa esserci un problema di massiccia presenza di acqua che sgrotta il terreno. A breve la Ciip interverrà e ci dirà cosa sta accadendo. Quella è una strada importante e non possiamo tenerla chiusa per metà". Molti anni fa in quella stessa zona furono realizzati lavori in cemento armato per canalizzare l’acqua che scendeva dalla collina. Non è da escludere che si debba ripartire da quel punto.
Marcello Iezzi