
Due foto tratti da Instagram della showgirl ascolana Cecilia Capriotti, a sinistra negli studi de 'La volta buona'
Ascoli, 8 aprile 2025 – Ospite a La volta buona con Caterina Balivo, la modella, attrice e showgirl ascolana Cecilia Capriotti ha annunciato con emozione: “Tra tre mesi mi sposo”.
Chi è il futuro marito e la proposta di matrimonio
Arriva dopo 10 anni il grande giorno, in programma per il 5 luglio a Panarea, accanto al compagno Gianluca Mobilia, con cui condivide una lunga storia d’amore e una figlia. La proposta è arrivata in un modo inaspettato e romantico: “Eravamo al matrimonio di un amico. A un certo punto, con ‘Figli delle stelle’ in sottofondo, la sposa mi porge il bouquet e Gianluca mi dice: ‘Amore, mi vuoi sposare?’”. Un momento che Cecilia non si aspettava più, dopo dieci anni di relazione. “Lui era sempre stato chiaro: per lui l’amore era lo stare insieme. Abbiamo avuto la nostra stupenda bambina e ci sentivamo già una famiglia. Io però volevo sposarmi. Penso sia il desiderio di ogni donna”, ha confidato. La Balivo l’ha subito interrotta, sorridendo: “Sicuramente era il tuo”.
“Mi ero disincantata – ha proseguito Cecilia –. I miei familiari ci tenevano, ma lui non credeva nel matrimonio. Io a volte glielo dicevo durante le liti, ma nei momenti di lucidità evitavo. Per orgoglio. Però era una cosa che sentivo mancarmi. E poi… è stata nostra figlia a far scattare tutto. Ci chiedeva perché non eravamo sposati. Per amore suo, Gianluca mi ha fatto la proposta”. In collegamento da casa, l'imprenditore siciliano Gianluca Mobilia ha confermato tutto con affetto e un pizzico d’ironia: “Volevo essere padre da sempre. Nostra figlia mi ha chiesto due volte di sposarla, così ho capito che non avevo più scuse e ho dovuto sposarmi!”.
Un’infanzia dolorosa
Durante l’intervista, Cecilia ha ripercorso anche una parte dolorosa della sua infanzia, segnata dalla perdita del padre per un errore medico: “Da quel momento, mia madre ha cresciuto da sola me e mia sorella. Il trauma è stato tanto pesante che ho smesso di parlare fino ai sei anni”. La mamma si è poi legata a un uomo violento: “Ad oggi penso che fosse bipolare. Di giorno era ‘il mio Alberto’ ma di sera beveva, diventava aggressivo. Abbiamo vissuto con lui vent’anni. All’epoca non si parlava di violenza domestica, c’era tanta vergogna, omertà. Di giorno sembrava tutto normale, ma la sera io e mia sorella ci chiudevamo in camera a sentire le urla. Alla fine, dopo vent’anni, mamma ha trovato la forza di denunciare. Io però non ho firmato. Mi sentivo in colpa con mia madre, ma farlo avrebbe significato perdere un padre per la seconda volta. Non ero pronta. Oggi sono felice di averlo perdonato”.